di Mauro Seminara
Il prezzo sale, da entrambe le parti, malgrado sia assolutamente improbabile che il presidente della Repubblica possa concedere un terzo giro di consultazioni. Il Partito Democratico continua a pretendere “discontinuità” ed un “governo tutto nuovo”. Il Movimento 5 Stelle è invece arroccato sulla propria posizione, e sulle proprie poltrone. Inoltre, a poche ore dall’incontro con il presidente Mattarella, previsto per i pentastellati alle 19, i vertici del M5S hanno deciso di proporre la consultazione della base sulla piattaforma Rousseau. Una decisione che pare stia facendo insorgere la base parlamentare, stando ai rumors di palazzo. I senatori ed i deputati “grillini” oggi comprendono che il ricorso a Rousseau è un voler prendere tempo fino al time out di Mattarella, e non intendono perdere l’opportunità di continuare l’esperienza di Governo o andare a casa come parlamentari in congedo anticipato.
Lo strappo tra M5S e PD è sempre più vicino. Uno strappo che interrompe un dialogo grottesco tra chi definiva i dem come “il partito di Bibbiano” ed “il partito degli elettroshock ai bambini” guadagnandosi una querela, mentre dal versante PD veniva dipinto il M5S come – media definizione dem – il partito degli incapaci e della propaganda populista. Salvini intanto sta a guardare in attesa di novità per la capitalizzazione degli errori altrui dopo aver commesso il proprio errore, costato alla Lega svariati punti percentuali di consenso.
Si sono già concluse le consultazioni del presidente della Repubblica con i gruppi parlamentari Per le autonomie e Liberi e Uguali. Alle 11 sarà la volta dei Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Nel pomeriggio, alle 16, il presidente ricomincerà consultazioni con l’incontro della delegazione del Partito Democratico, poi la Lega alle 18 ed il Movimento 5 Stelle alle 19. Ci si attende una decisione, o una convocazione per un incarico, già domani mattina.