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Quelle parole omesse da Conte

di Vittorio Alessandro

Costretti, per le misure in difesa dei Sacri Confini, a rimanere al largo, ecco come i pericolosi terroristi – bambini e donne e malati della Mare Jonio – hanno dovuto fare un vergognoso trasbordo sulla motovedetta: attendendo l’onda giusta. Ne resterà memoria. Dopo che il suo precedente governo ha vantato glorie e accatastato disgrazie sulla immigrazione, Giuseppe Conte si è ben guardato dal toccare l’argomento nel discorso di presidente incaricato (con riserva).

Ciò mentre le norme incostituzionali da poco emanate fra grandi risate e pacche sulle spalle provocano altra sofferenza, come in queste ore, a largo di Lampedusa.

Se nel fardello della “riserva” è contenuto anche il tema immigrazione, non c’è da stare molto rilassati.

Per posto vacante Viminale cercasi militesente uso Twitter e selfie, veloce cambio felpa, cinque slogan con bacioni, autofornito Bestia e coroncina.

Quanto a noi, continuiamo a ripercorrere amaramente le parole di Stefano D’Arrigo in “Horcynus Orca”: “Non c’è lido più lontano di quello dove non si approda”.

Vittorio Alessandro: Ammiraglio in congedo, è stato a lungo responsabile della comunicazione della Guardia costiera e del reparto ambientale delle Capitanerie. Ha curato l’informazione istituzionale in occasione delle migrazioni via mare nel 2011 e del sinistro della Costa Concordia nel 2012; ha guidato la missione ambientale italiana Bahar in Libano nel 2006. Dal 2012 al 2017 ha presieduto il Parco Nazionale e l’Area marina protetta delle Cinque Terre. Nel 2014 ha pubblicato “Puntonave” (Mursia editore) e dal 2012 cura l’omonima pagina su Facebook.
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