di Vittorio Alessandro
Sbaglia chi crede che il comandante che trasporta persone stia chiuso in cabina come Achab o sul ponte più alto a discutere con i suoi collaboratori. Anche sulle navi più grandi, il capitano che fa bene il proprio mestiere sente su di sé la responsabilità di tutti e, se uno solo sta male, è affare del capitano.
Figuriamoci quando conduce, su un piccolo battello senza certezze e senza porti, una umanità dolente salvata dalle onde: bambini, donne incinte, persone ferite. Voi non immaginate quale prezzo paghino i capitani delle navi soccorritrici e i loro equipaggi di marinai volontari.
Perché, allora, sono andati fin lì? Sembrerà strano: perché c’era da soccorrere.
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