I militanti pentastellati iscritti alla piattaforma digitale Rousseau si sono espressi circa la volontà di costituire un Governo insieme al vituperato Partito Democratico, quello che fino a poche settimane addietro era il “partito dell’elettrochoc ai bambini di Bibbiano”. Lo stesso il cui il segretario aveva querelato il capo politico che era uscito con questa affermazione diffamatoria. Su Rousseau, con una partecipazione vantata da Casaleggio & Co. come una pietra miliare della partecipazione democratica, gli iscritti hanno votato se fare o meno un’alleanza con il PD ma non per decidere fino a quale punto dovranno o potranno spingersi i vertici del M5S nel trovare un punto d’incontro tra i due programmi. Sono stati circa 60mila, il 73,3%, ad aver votato per l’accordo con il PD da parte del Movimento 5 Stelle. Il numero dei partecipanti su Rousseau, 73mila già alle 16 e si votava fino alle 18, sono indubbiamente una consultazione – in apparenza – più democratica di quella di una tradizionale direzione di partito (in caso PD) o di un vertice tra pochissimi eletti a Palazzo Grazioli. Il problema sta però nel contenuto per cui gli oltre 70mila iscritti votano e qual è la loro capacità decisionale. Il Movimento potrà pur votare i propri iscritti su programmi di massima, come incentivi per le energie rinnovabili e contro gli incentivi alle centrali a gasolio, sul nucleare piuttosto che per avere una vera opinione interna riguardo i flussi migratori, ma certamente non può chiedere agli iscritti di votare su contenuti che sono stati trattati a porte chiusissime dai vertici di partito senza neanche l’ipotesi di una diretta streaming come quelle degli esordi a Palazzo.
Il voto su Rousseau ha – prendendo per valido e non hackerato il risultato della piattaforma digitale certificata da un notaio – scaricato i vertici di partito che, come nel caso dell’alleato di Salvini da salvare per il “caso Diciotti” salvando quindi anche il Governo, si sono lavati le mani con un pilatesco non volersi assumere la responsabilità della decisione più responsabile. E cosa altro salva, in questo caso, la base del Movimento se non le poltrone di chi appena poche settimane fa aveva tirato fuori dal cilindro il “mandato zero” con cui far slittare il vincolo dei due mandati a tre. Un modo utile per poter dire, dopo, che non avrebbero mai fatto un accordo con il “partito di Bibbiano”, “delle banche”, del “AirForce Renzi” ecc. Se il Movimento 5 Stelle dovesse usare la votazione su Rousseau per giustificare un accordo sottoscritto controvoglia per poi far cadere il Governo tra un mese o due, il risultato sarebbe comunque utile a tutti perché costringerebbe il presidente della Repubblica a costituire un “esecutivo tecnico” di sua nomina che governi fino a fine mandato mentre i partiti, sciacalli, farebbero la stessa becera opposizione di propaganda con cui sono stati aumentati in modo esponenziale i voti. Tutti in Parlamento ma nessuno al Governo. Tutti feroci contro chi rimette a posto i conti pubblici ed i rapporti internazionali ma nessuno disposto ad assumersene la responsabilità. Più che nei vari colonnelli di partito, dei vari partiti, bisognerà confidare nella astuzia -più che saggezza – di Sergio Mattarella e nell’autorità di Giuseppe Conte.
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