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Caso Alan Kurdi, il Conte bis è “continuità” o “discontinuità” con la Lega?

di Fulvio Vassallo Paleologo

Il leghismo continua a imporre scelte disumane per interposto ministro in contrasto con la legalità costituzionale e con il diritto internazionale. Vedremo come andrà dopo il voto al Senato un Governo che rischia di morire prima ancora di nascere. Perchè queste sono scelte di morte, anche se condizionate dal razzismo che – come un cancro – ha invaso la popolazione italiana.

Dopo aver soccorso 13 persone su un barchino il 31 agosto, la Alan Kurdi ha atteso per dieci giorni che Malta, Stato a cui appartiene la competenza della zona SAR dove è avvenuto il salvataggio, trovasse una soluzione per permettere alle persone soccorse di sbarcare. Ad oggi è stato possibile scendere a terra solo per coloro le cui condizioni psichiche e fisiche sono state ritenute gravi e per coloro che hanno cercato di buttarsi in mare mettendo a rischio la loro vita. Il messaggio per chi rimane a bordo è chiaro: dalla nave si scende solo se si hanno gravi dolori fisici, se si impazzisce o se si tenta il suicidio.

Dopo vari MEDEVAC rimangono ora a bordo cinque persone. Nel tentativo di sbloccare la situazione e permettere a tutti di toccare terra, ieri sera il Capo Missione sulla Alan Kurdi ha inviato una richiesta di assegnazione di un POS (Place of Safety) a Italia (il soccorso è avvenuto a poche miglia nautiche da Lampedusa), Francia, Spagna e Portogallo. Nella sua richiesta, il Capo Missione sottolineava come fosse urgente poter sbarcare le persone viste “le capacità della nave e lo stand off di 10 giorni”. La risposta dell’Italia è stata la prima ad arrivare al ponte della Alan Kurdi: Facendo riferimento al divieto di ingresso in acque territoriali firmato dal primo governo Conte, si ribadisce come la nave non possa “entrare, transitare e fermarsi nelle acque nazionali italiane”.

“Se si utilizzano le politiche di Salvini per dimostrare che non c’è bisogno di lui per bloccare ONG e persone soccorse, si fa comunque in modo che il suo obiettivo venga raggiunto”, dichiara Gorden Isler, portavoce di Sea-Eye. “Il problema non è chi costruisce la cosiddetta ‘Fortezza Europa’ ma se veramente vogliamo essere questo tipo di società”. La nave rimane dunque in una posizione di attesa nella speranza che gli stati europei possano presto giungere a una soluzione per fare sbarcare le cinque persone rimaste a bordo.

Redazione:
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