Domenica in Tunisia si vota per l’elezione del nuovo presidente. Elezione anticipata da novembre a settembre ca causa della dipartita, a luglio, del presidente Beji Caid Essebsi. Alle esequie, per il primo a più vicino partner europeo della giovanissima democrazia nordafricana, partecipò soltanto il ministro degli esteri pro tempore Enzo Moavero Milanesi. La Tunisia non apprezzò la scarsa importanza che i più altri rappresentanti della Repubblica italiana diedero alla circostanza. L’esito delle elezioni forniranno anche il quadro dei rapporti diplomatici che si potranno istaurare tra la nuova Presidenza tunisina ed il nuovo Governo italiano.
La Tunisia teneva molto al presidente Beji Caid Essebsi, primo eletto democraticamente nel 2014, dopo la lunga storia di dittatura di Ben Alì. L’ex presidente tiranno era stato costretto a lasciare il Paese nel 2011, in seguito alla rivoluzione che esplose dalla rabbia non più contenibile del popolo. Un venditore ambulante, Mohamed Bouazizi, si diede fuoco dopo l’ennesimo sequestro della sua bancarella di frutta; unica fonte di sostentamento in un’epoca in cui la presidenza spremeva il popolo come un clan mafioso. Ed a questo era legato l’allora presidente, per 23 anni consecutivi, Zine El-Abidine Ben Ali. Il dittatore che nel corso della rivoluzione fuggì in Arabia Saudita dove rimase, in esilio forzato dal suo popolo, fino ad oggi.
Ieri Ben Alì (foto) è stato ricoverato d’urgenza in ospedale per una grave emergenza non meglio definita clinicamente. Ben Alì ha adesso 83 anni e le sue condizioni di salute non sono più quelle del potente tiranno in patria ma di un ricco esiliato con un tesoro sottratto al popolo con cui invecchiare comodamente.