Ad affrontare la riapertura dei porti di partenza c’è di nuovo l’esperienza della Guardia Costiera italiana, almeno da quel che si apprende con l’operazione SAR di questa notte. Una imbarcazione con circa 90 persone, come si erano contati gli stessi migranti, aveva chiamato Alarm Phone ieri sera chiedendo soccorso. Il centralino telefonico per il soccorso in mare aveva localizzato la posizione Gps del natante in SAR maltese ed aveva allertato le autorità di La Valletta che però si erano limitate ad una ricognizione aerea. Il natante gremito di persone era stato avvistato e nel frattempo stava anche imbarcando acqua. La necessità di intervenire con estrema urgenza e la minore distanza con Lampedusa ha fatto sì che questa volta le motovedette, velocissime e dotate di grande esperienza a bordo, della Guardia Costiera italiana partissero per una missione di ricerca e soccorso italiana. Alle 04:40 di questa notte, il soccorso è stato completato e senza perdita di vite umane, così come confermato anche ad Alarm Phone.
Le partenze dei fuggitivi continuano e la rottura dell’argine, costato chissà quanto denaro e quali mani sporche a qualche Stato membro europeo, è adesso visibile nella continuità di barche in mare e di barche che raggiungono autonomamente il ritrovato primo approdo europeo di Lampedusa. Mentre la Guardia Costiera soccorreva l’imbarcazione segnalata da Alarm Phone, in SAR di Malta ed al posto dei maltesi, un’altra barca navigava verso l’Unione europea con 46 migranti subsahariani a bordo. Il natante ha raggiunto autonomamente Lampedusa come altri nei giorni scorsi e come un’altra barca con dieci migranti tunisini nelle stesse ore. Sabato appena trascorso, giorno in cui al termine di una lunghissima giornata di attesa sono infine sbarcati a Lampedusa gli 82 naufraghi dalla Ocean Viking, Lampedusa ha visto una sequenza di arrivi come non si registrava da tempo sull’isola. Cinque approdi in totale, quelli di sabato, di cui l’ultimo in piena notte di soli 4 migranti. Ma tra le cinque imbarcazioni, delle quali quattro di migranti tunisini, ce ne era anche una con 78 profughi che avevano dichiarato di essere partiti dalla Libia quattro giorni prima.
Il totale degli arrivi di sabato a Lampedusa era stato di 206 persone, tra le quali anche gli 82 della Ocean Viking sbarcati con un trasbordo poco prima della mezzanotte al Molo Favarolo. Il centro di accoglienza hotspot, che era stato appena svuotato con gli ultimi trasferimenti del giorno precedente, si era quindi di nuovo sovraffollato. La struttura è sempre la stessa da anni, con i suoi padiglioni inagibili e problemi sul funzionamento di alcuni servizi nei padiglioni utili. La capienza complessiva, contando anche i posti letto in infermeria, è di 96 ospiti. Ma la media ormai si è alzata e nella struttura di Contrada Imbriacola si registrano picchi di oltre 200 persone, se non addirittura 300. Di contro, stanno funzionando i trasferimenti che con la precedente guida del Viminale sembravano dimenticati. Ieri sono stati trasferiti 70 ospiti dell’hotspot di Lampedusa ed oggi ne partono altri 70 verso altre strutture in Sicilia. Il risultato del piano di trasferimenti in linea con quanto la struttura hotspot-Cpsa (centro di primo soccorso ed accoglienza) in cui i migranti dovrebbero fermarsi giusto il tempo della identificazione e fotosegnalamento per poi ripartire dopo 48 ore. Nel centro rimarranno poco meno di cento persone da trasferire forse con la prossima nave traghetto. La gestione così condotta trova quindi anche un opportuno equilibrio con l’isola che, spesso, lamenta piccoli disordini causati nel più dei casi da migranti tunisini in giro per il paese.
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