di Vittorio Alessandro
Cerco un aggettivo che valga a descrivere lo stato d’animo procurato dalle macerie di un ponteggio e di un cornicione di una palazzina liberty crollati, ad Agrigento, nella piazza dove sempre giocano i bambini. Quello che mi viene in mente è “straziante”. È straziante, infatti, immaginare le conseguenze che avrebbero corso quei bambini, e gli operai sul ponteggio, se il crollo, piuttosto che alle quattro del mattino, si fosse verificato qualche ora prima, o dopo. È straziante l’abitudine alla sciatteria, al rattoppo, all’idea che il brutto non sia anche pericoloso.
Le macerie, ancora lì, fanno pensare a Beirut: ma Beirut aveva un nemico e, soprattutto, la meravigliosa capacità di ricostruire immediatamente, e più volte, ciò che le bombe avevano distrutto. Qui, invece, nemici di noi stessi, saremmo capaci di tenerci le macerie a vita, portando dentro il segno della distruzione e della sconcezza.
I bambini hanno ripreso a correre pochi metri più in là dove, ieri, uno di loro ha ficcato la gamba in una panchina priva di una sbarra. Inutili i tentativi di sfilargliela, sono dovuti accorrere i vigili del fuoco e un pezzo di legno è stato legato al posto della sbarra mancante.
Resteremo in pericolo fino a quando non avremo rimesso a posto tutto ciò che già abbiamo, piuttosto che inventare falsi imbellettamenti e grandi opere per il futuro.