di Vittorio Alessandro
Non riesco a dissociare l’immagine di Greta Thunberg da quella di Carola Rackete, giovani che non hanno bisogno di bandiere per dire le loro certezze. Agli oppositori che ne sottolineano l’età immatura (opponendo anche inutili disquisizioni, come ha fatto Giuseppe Conte), la prima risponde che è proprio la leggerezza degli anni che le è stata rubata. Dell’altra, dicono che è viziata e, naturalmente, comunista: ma nessuno le ha visto esibire privilegi o richiami al proletariato.
Non so se Carola e Greta solleveranno il piano inclinato sul quale scivola il pianeta, ma una cosa è certa: se un futuro ci sarà, lo dovremo a loro e ai giovani liberati dal torpore della rassegnazione o dell’ottuso benessere.