Fine vita

Il PuntoNave di Vittorio Alessandro

di Vittorio Alessandro

Pur avendo salutato con favore la sentenza della Corte costituzionale sul “suicidio assistito” e la ispirazione laica impartita dai giudici al legislatore, non riesco a considerare asfittiche ed inutili le posizioni ostili della Chiesa. Il vescovo di Rieti, mons. Pompili, per esempio, ha sottolineato il rischio che la persona incurabile e sofferente si prenda carico anche della sofferenza di chi lo assiste, e voglia perciò fare di tutto per risparmiargliela.

In una società in corsa, i malati inguaribili – piuttosto che trovare possibili luoghi di condivisione e un’assistenza sociale e sanitaria appropriata – possono vedersi molto soli, e decidere, per questo, di morire.

Non penso alle straordinarie prove di amore di genitori, parenti e amici che hanno accompagnato alla giusta morte persone ormai troppo stanche. Non penso al coraggio di Marco Cappato, ma a un mondo diventato così incapace di vivere, da non considerare più neanche la profondità della morte.

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Ammiraglio in congedo, è stato a lungo responsabile della comunicazione della Guardia costiera e del reparto ambientale delle Capitanerie. Ha curato l’informazione istituzionale in occasione delle migrazioni via mare nel 2011 e del sinistro della Costa Concordia nel 2012; ha guidato la missione ambientale italiana Bahar in Libano nel 2006. Dal 2012 al 2017 ha presieduto il Parco Nazionale e l’Area marina protetta delle Cinque Terre. Nel 2014 ha pubblicato “Puntonave” (Mursia editore) e dal 2012 cura l’omonima pagina su Facebook.

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