di Mauro Seminara
Forse non è un caso che la scelta per il nuovo titolare del Viminale sia ricaduta su un prefetto che non ha account social. Luciana Lamorgese è infatti l’esatto opposto di Matteo Salvini, almeno sulla comunicazione. Non lo è sul fronte della materia “flussi migratori” e accordi con la Libia. Dai tweet compulsivi di Salvini però, rovistando tra la mera propaganda, si riusciva a sapere dove fosse ed a far cosa. Perchè il leader della Lega trasformava ogni evento ed ogni incontro in un lancio di “Amici!” cui seguiva nota del suo operoso ministero. Lamorgese è invece la perfetta forma politica europea sulla questione migratoria. Si opera come o peggio di prima ma cercando di evitare la propaganda razzista. Basso profilo.
Sul sito del Ministero dell’Interno è stato comunicato l’incontro che il ministro Luciana Lamorgese ha tenuto al Viminale venerdì 27 settembre con l’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia Lewis M. Eisenberg. Anche della delegazione di parlamentari francesi accompagnati dall’ambasciatore di Francia in Italia, Christian Masset, venerdì mattina al Viminale è stata data notizia. Sembra invece che lo staff abbia dimenticato un incontro internazionale tenuto dal ministro, del quale però ha dato notizia l’ufficio stampa dell’ospite nel suo Paese. Si tratta di Ahmed Maiteeq, il vicepresidente del Consiglio presidenziale della Libia.
La notizia, fornita dall’ufficio comunicazione della vicepresidenza del Governo di Accordo Nazionale presieduto da Fayez al-Serraj già corredata di foto formale dell’incontro, è stata data dalla testata libica The Libya Observer. L’incontro tra Luciana Lamorgese e Ahmed Maiteeq, tenutosi venerdì 27 settembre al Viminale, aveva per oggetto – scrive il Libya Observer – “i mezzi per frenare l’immigrazione clandestina“. Lamorgese – spiega il quotidiano digitale libico – ha affermato la “continua cooperazione del suo governo con la parte libica per affrontare il problema della migrazione“. Maiteeq – si legge nella nota stampa del ministero libico – ha sottolineato la necessità di supportare i distretti libici che condividono i flussi migratori ed i centri di detenzione per migranti direttamente gestiti dal GNA.
La linea della cooperazione forzata con un Paese dilaniato da una guerra civile cui partecipano svariati Stati esteri con le proprie forze militari non cambia. L’incontro per il nuovo ed ulteriore supporto tecnico che la Libia chiede all’Italia si è quindi tenuto venerdì, mentre a nord di Misurata una imbarcazione carica di migranti chiedeva inutilmente soccorso. All’indomani dell’incontro, di cui il Viminale ha omesso la pubblicazione, la Libia continuava ad omettere il soccorso al natante che forse è infine naufragato e di cui non si hanno notizie chiare ed esaustive essendo pure fuggiti – a detta dei libici – i 71 migranti salvati che secondo le autorità della Libia dovrebbero essere gli stessi che chiedevano aiuto e si trovavano alla deriva da quattro giorni. Dell’incontro non si è avuta notizia in Italia, come non se ne è avuta del soccorso da parte delle autorità italiane che assistono i libici per le attività SAR e per “frenare l’immigrazione clandestina“.