di Mauro Seminara
Il comandante generale del Corpo delle Capitanerie di Porto e Guardia Costiera, l’ammiraglio ispettore capo Giovanni Pettorino, ha un nipote che ne segue le orme e svolge il proprio servizio a Lampedusa. Si chiama Michele, è maresciallo ad ha il comando di una unità navale classe 300. Una di quelle motovedette inaffondabili con cui la Guardia Costiera soccorre anche i migranti ed in ogni condizione meteo marina. Il maresciallo Michele Pettorino è stato ritratto domenica, in una foto che si può definire “da copertina” anche per la stessa Guardia Costiera italiana, dal fotografo Mauro Buccarello mentre si adoperava nelle operazioni di sbarco successive al soccorso in mare effettuato dalla sua unità navale. Buccarello ha ritratto una donna che con sguardo felice incontra lo sguardo del salvatore al quale porge fiduciosa il suo bambino. Una foto bellissima che sintetizza il rapporto che si instaura tra soccorsi e soccorritori al termine di una situazione di grave stress per entrambi.
Dalle pagine di Mediterraneo Cronaca non sono state risparmiate critiche, se pur indirettamente, al comando dell’ammiraglio Pettorino. La Guardia Costiera da egli guidata, succube dei diktat di una classe politica incapace di comprendere cosa accade in mare e quale deve essere l’unica vera missione dei guardacoste, si era di molto allontanata dalla definizione di “Angeli del mare” che sottolineava il prestigio internazionale dei nostri marinai. Le motovedette si erano arroccate in porto, ferme anche quando fuori, in mare, c’erano barche in grave pericolo, perché le consegne che dai ministeri di Roma contavano numeri di migranti invece che vite umane da salvare stabilivano che quelle barche non dovevano essere un problema italiano. Per questa ragione, proponiamo adesso questa foto, con gli sguardi ed i gesti che immortala, come un appello rivolto anche o soprattutto a beneficio dello stesso Comando Generale della Guardia Costiera e del suo comandante. Una coincidenza che vede ritratto proprio il giovane Pettorino quale testimonial, per ricordare la missione del Corpo e l’umanità degli angeli del mare sotto il comando dell’ammiraglio Giovanni Pettorino.