Sono arrivati da soli i 43 migranti di cui parlava Alarm Phone con i suoi reiterati SOS agli indirizzi delle autorità preposte alla ricerca e soccorso di Italia e Malta. Una “ricerca e soccorso” in cui non era necessaria neanche la parte di ricerca. Alarm Phone aveva infatti agganciato il gommone e le sue coordinate mediante Gps e ne informava costantemente le Centrali di Coordinamento Soccorso Marittimo italiana e maltese. Nessuno è però intervenuto per salvare 43 persone accalcate su un piccolo e precario gommone blu. Accadeva mentre una nuova perturbazione faceva ingrossare il mare e mentre il precario natante si sarebbe potuto squarciare facendo finire tutti in mare. Ed a bordo c’erano 13 donne e 5 bambini oltre ai 25 uomini adulti. Il gommone è miracolosamente giunto a Lampedusa in autonomia. Ha toccato terra questa mattina. Per essere più precisi con un dettaglio che non si può ritenere di poco conto, il gommone ha toccato le asperità degli scogli in località punta sottile ed il risultato è quello che si può vedere nella foto di Mauro Buccarello.
Navigavano in grave difficoltà da almeno 36 ore e l’appello al soccorso era stato lanciato dalla centrale d’allarme civile Alarm Phone già nel tardo pomeriggio di ieri. Il gommone è stato probabilmente anche monitorato dai velivoli della missione europea, ma malgrado tutto è stato lasciato in balia delle onde anche per l’intera notte e fino all’approdo autonomo e pericoloso in un punto di Lampedusa in cui cadere in mare può causare la morte. Una volta a terra, i migranti sono stati trasferiti al centro hotspot di Contrada Imbriacola. Erano partiti dalla Libia e tra loro c’erano varie nazionalità: Egitto, Somalia, Senegal, Guinea, Gambia. Dalla Libia era partito anche un altro gommone, con circa 70 persone, soccorse in zona piattaforme petrolifere dal rimorchiatore Asso29 che adesso si trova a poche miglia dal confine territoriale di Lampedusa per il suo immediato porto sicuro.
Uno sbarco autonomo si è verificato questa mattina anche nella piccola spiaggia di Portu n’Toni, sempre a Lampedusa. A bordo c’erano 11 persone, tra le quali 3 donne e 3 bambini. Malgrado di impronta tunisina, lo sbarco di questi pochi migranti giunti in autonomia fino alla piccola spiaggia di Cala Croce non era composta da harragas della Tunisia. A bordo pare infatti ci fossero libici ed eritrei. Altra barche risultano in arrivo, già avvistate al largo, ed altre ancora hanno avuto peggior sorte ricadendo tra le grinfie dei loro aguzzini libici. In ogni caso, dal barchino al gommone che chiedeva aiuto, nessuno è stato soccorso con l’opportuna operazione SAR che si deve in presenza di natanti in precarie condizioni di navigabilità. “Distress” annunciato con posizione e richieste di intervento disattese per interminabili ore e fino al loro pericoloso arrivo autonomo.