di Vittorio Alessandro
Il giovin Di Maio ha riproposto, con la ostinazione tipica della sua età (“La leggerezza è propria dell’età che sorge”, sentenziava Cicerone), la contrarietà al finanziamento di Radio Radicale. «Quegli otto milioni diamoli ai terremotati» ha affermato, e poi sono arrivati i rinforzi: «Destiniamoli ai vigili del fuoco», ha suggerito Carlo Sibilia. «No, alle forze dell’ordine, che rischiano la vita per noi», ha proposto il trascinante Vito Crimi.
È come se una città fosse costretta a scegliere se aprire l’unica scuola o un parco per bambini, l’unico possibile ospedale o una biblioteca. Messa così, chissà quanti soldi Di Maio sottrae alla propria cultura (per fortuna, già vasta), per trasferirli ai non abbienti.
Intanto abbiamo dato almeno 150 milioni ai trafficanti libici e chissà quanti altri ci accingiamo a darne, piuttosto che ai vigili del fuoco, alle forze dell’ordine e – perché no – alla nostra Guardia Costiera.