di Vittorio Alessandro
Delle 107 province italiane sottoposte ad analisi, Agrigento è all’ultimo posto. Lo dice uno studio, giunto alla ventesima edizione, svolto da ItaliaOggi con l’università La Sapienza di Roma e Cattolica assicurazioni. Trento è la prima, Agrigento l’ultima – riporta Repubblica online – per i “problemi strutturali atavici irrisolti” e per le carenze “sotto tutti gli aspetti e le dimensioni della qualità della vita (dagli affari e lavoro fino al tenore di vita)”.
Il triste primato, così chiaro dinanzi ai nostri occhi, non è dovuto soprattutto alla inefficienza di questo o quell’amministratore (alcuni dei quali resistono eroicamente alla diffusa noncuranza verso una mai rimossa questione meridionale) ma alla inesistenza diffusa di una classe dirigente degna di questo nome, capace di una visione prospettica e di amalgamare le comunità verso la cura del proprio territorio e la qualità dei servizi – perfino sulla loro stessa esistenza (si pensi al trasporto pubblico, quasi del tutto assente, e alle strutture sanitarie che sopravvivono strenuamente a se stesse).
Intanto i giovani continuano ad andar via e il loro esodo migratorio, giunto a livelli ormai allarmanti, non viene osservato, discusso, analizzato ma sopportato come la neutra sommatoria di disinvolte scelte individuali.
Si tratta, invece, della fuga disperata da un luogo al quale, da tempo, è stata prosciugata ogni speranza.