Vari porti di partenza e varie nazionalità tra le barche dei migranti giunti nelle ultime 36 ore a Lampedusa. Gli ultimi due arrivi, in ordine di tempo, si sono verificati tra la mezzanotte e le sette del mattino. Se le condizioni mete marine non sono adeguate per ordinari pattugliamenti intorno all’isola, pare lo siano invece per le carrette del mare che si avventurano nel Mediterraneo centrale in questi giorni. Dopo l’arrivo di 73 persone a Cala Pisana al mattino di ieri e quello di 14 al porto commerciale nel pomeriggio, a Lampedusa sono approdate in autonomia altre due barche. Una ha toccato la banchina del molo commerciale, a Cavallo Bianco, intorno alla mezzanotte. Dalla barca sono scese 38 persone, di cui 21 uomini, 16 donne ed un minore accompagnato. Una delle donne in stato di gravidanza, uno degli uomini con evidente disabilità.
Sarebbero partiti tre giorni addietro a bordo della piccola barca da pesca (in foto) con un giro di porti già sentito in precedenti testimonianze, con una prima partenza da un porto libico ed uno scalo in un porto tunisino. Così sono arrivati a Lampedusa ivoriani, camerunensi e tunisini. Tutti fermati a terra dai carabinieri della locale stazione e poi affidati al centro hotspot dell’isola. Poche ore più tardi, alle sette del mattino, un’altra barca è arrivata a Lampedusa. Questa volta con a Cala Francese, sulla costa sudest della maggiore delle Pelagie, con una trentina di persone. Circa 150 persone in due giorni con condizioni meteo avverse come lo sono in generale quelle del Mediterraneo in inverno. Segno che i motivi della migrazione supera in priorità i rischi ed anche la presenza di navi Ong o altre “facilitazioni” nell’avere fatta salva la vita. Le navi umanitarie intanto affrontano anch’esse l’impeto del Mediterraneo e la perturbazione di intensità maggiore rispetto alle previsioni meteo. In tutto, sulle navi Ong ci sono in questo momento 366 naufraghi che dovranno sbarcare, il più presto possibile, in un porto sicuro europeo.