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Il costo delle farfalle

di Vittorio Alessandro

Che la politica costi non è un mistero per nessuno. Molto di più da quando Berlusconi impegnò parte del patrimonio personale per l’avventura di Forza Italia. Allora non bastarono più i manifesti, i volantini, i viaggi e le cene, ma si reputarono necessari magnificenti apparati scenici e orecchini-farfalla per le signore.

Dalla forma del partito-azienda ben pochi si salvarono, perché l’idea (berlusconiana) che l’Italia stessa fosse un’azienda ebbe fortuna anche ai vertici del Pd, pronto a reperire sul campo imprenditori “politicamente corretti”, disponibili a farsi rotelle di personali cerchi magici.

Premier, alti leader, governatori, perfino sindaci ebbero il proprio cerchio magico, segno di un nuovo potere e di successo individuale.

Fondazioni, società misteriose, e ora loschi viaggi in Russia e in Cina servono a sostenere i costi di una politica che della politica conserva soltanto il nome trattandosi, invece, dei costi della scalata di questo o quel capo indiscusso.

Aveva ragione Marco Pannella: una volta abolito il finanziamento pubblico dei partiti, lo Stato avrebbe dovuto sostenere la politica finanziando spazi, studi, pubblicistica. La politica ha scelto, invece, le farfalle.

Vittorio Alessandro: Ammiraglio in congedo, è stato a lungo responsabile della comunicazione della Guardia costiera e del reparto ambientale delle Capitanerie. Ha curato l’informazione istituzionale in occasione delle migrazioni via mare nel 2011 e del sinistro della Costa Concordia nel 2012; ha guidato la missione ambientale italiana Bahar in Libano nel 2006. Dal 2012 al 2017 ha presieduto il Parco Nazionale e l’Area marina protetta delle Cinque Terre. Nel 2014 ha pubblicato “Puntonave” (Mursia editore) e dal 2012 cura l’omonima pagina su Facebook.
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