di Vittorio Alessandro
La definizione delle sardine che più mi è piaciuta è di Francesco Guccini: “Sono divertenti”, ha detto, in una intervista di ieri al Corriere. Un attributo che non sminuisce affatto la portata del movimento e ne mette anzi in risalto la forza liberatoria. È divertente, infatti, ritrovarsi in tanti per sussurrare “Il re è nudo”, senza ostentazione di vessilli e slogan, e unirsi agli altri in un impeto di dignità. Divertente è il risveglio dal silenzio per ritrovare il bandolo di una matassa che pareva inaffrontabile.
Meno divertenti erano i girotondi, nervosi quanto il loro ispiratore Nanni Moretti, i quali ancora aspettano risposte da Massimo D’Alema.
I nostri leader, per apparire divertenti, usano battute sagaci, barzellette oscene, selfie e le nutelle, fulminanti uscite fiorentine e sono invece il peggio che si sia mai visto, ora che alla politica servono soldi e adesioni a buon mercato.
Sono invece divertenti le sardine che nuotano ora dappertutto, anche sotto la pioggia come i venticinquemila in piazza a Milano.
Commenta per primo