Procede l’indagine sull’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia ed un testimone chiave ha raccontato ai giudici del coinvolgimento di funzionari vicini al premier maltese Joseph Muscat. Matthew Caruana Galizia, figlio della vittima, ha twittato ieri un messaggio chiaro che spinge verso la conclusione cui la famiglia della giornalista era giunta da tempo: “Ora abbiamo la conferma che due funzionari governativi riferiscono direttamente a Joseph Muscat che ha giocato un ruolo cruciale nel nascondere l’assassinio di mia madre. Non c’è da stupirsi che Muscat abbia combattuto così duramente per fermare l’indagine pubblica sul ruolo dello Stato nell’omicidio”. Premettendo che si è innocenti fino a prova contraria ma che è importante fugare ogni dubbio di coinvolgimento nell’occultamento delle prove o in depistaggio, anche la delegazione dell’Europarlamento, che ieri ha lasciato Malta dopo la breve ma determinata missione, ha definito a rischio l’indagine e tratto la conclusione che è auspicabile che Joseph Muscat si dimetta. Secondo l’eurodeputata Sophie In’T Veld, è a rischio la sicurezza dei giornalisti ma anche di chi protesta contro il Governo. In’T Veld, capo della missione voluta da Ursula fon der Leyen, ha sostenuto di poter affermare personalmente che il diritto a manifestare viene represso gravemente.
L’omicidio con autobomba
Daphne Caruana Galizia (in foto) è stata uccisa nel 2017 con una bomba in auto. Un omicidio in pieno stile mafioso siciliano. I sospetti erano subito ricaduti, da parte della famiglia della giornalista, sugli apparati di governo su cui la vittima stava indagando. Da allora si sono visti tentativi di depistaggio degni del periodo stragista siciliano del ’92 e le indagini erano state manipolate con falsi attentatori, omicidi ed altre azioni che per i Caruana Galizia erano sempre più prova del fatto che sul caso stava intervenendo una mano potente, di alto rango governativo. Dall’ottobre 2017, quando venne fatta esplodere l’auto della giornalista davanti casa appena la vittima ha tentato di metterla in moto, sono trascorsi più di due anni. Sembra però che adesso le indagini possano dirsi prossime ad una svolta. A determinare questa speranza, se pur all’inizio di un nuovo filone di inchiesta che coinvolge persone molto potenti ed influenti, sono le dichiarazioni rese da un testimone chiave. Il tassista Melvin Theuma ha infatti dichiarato di essere stato il mediatore dell’omicidio, operando tra il mandante e gli esecutori in cambio di una promessa assunzione in ambiente governativo.
Il testimone che ha mediato l’esecuzione
Secondo il testimone chiave Melvin Theuma, a volere Daphne Caruana Galizia morta era Yorgen Fenech, committente del brutale ed esemplare omicidio. Ma Yorgen Fenech, che secondo il testimone e mediatore aveva esplicitamente parlato di “cavarsela” e pronunciato nel corso di una conversazione anche la frase “voglio uccidere Daphne”, non è l’unico uomo di potere coinvolto. Come riporta il quotidiano digitale Times of Malta, Melvin Theuma “descrive inoltre gli incontri con vari membri dello staff del Primo Ministro Joseph Muscat, incluso il suo assistente principale Keith Schembri, e il capo dell’assistenza clienti Sandro Craus, che sostiene di essersi adoperato per far ottenere un lavoro governativo” al tassista che avrebbe messo insieme l’esecuzione. Sarebbe stato comunque Yorgen Fenech a contattare il mediatore Melvin Theuma, prima delle elezioni del 2017 davanti il ristorante Blue Elephant dell’Hilton e chiedere al tassista di trovare Alfred Degiorgio per commissionargli l’omicidio di Daphne Caruana Galizia. La giornalista, in quel periodo, stava investigando su personaggi molto influenti che avrebbero potuto ottenere la rielezione di Joseph Muscat e quindi mantenere invariato lo statu quo con tutto l’appoggio governativo necessario per i loro affari. Tra questi c’era anche il gruppo Tumas Fenech, facente capo alla multimilionaria famiglia del committente. Secondo Melvin Theuma, Yorgen Fenech aveva detto che Daphne Caruana Galizia si apprestava a pubblicare notizie compromettenti sul presidente del gruppo Tumas, lo zio Ray.
Milioni di euro pronti per il silenzio degli assassini
Milioni di euro erano stati poi promessi a tutti i testimoni ed a tutti i responsabili. Sempre secondo le testimonianze di Melvin Theuma, rese martedì e ieri in Tribunale, altre persone dello staff del primo ministro Joseph Muscat sarebbero intervenute per ottenere il silenzio a suon di milioni di euro. Come riporta il Times of Malta al riguardo, “Theuma ha spiegato in dettaglio come un terzo membro dello staff del dott. Muscat, di nome Kenneth, lo abbia visitato dopo l’omicidio per tentare di far passare informazioni sui presunti assassini, inclusa la promessa che sarebbero stati pagati 1 milione di euro ciascuno“. Melvin Theuma stava testimoniando contro Alfred e George Degiorgio e Vincent Muscat, tutti accusati dell’omicidio. Una telefonata che Kenneth fece nella stessa occasione ad un uomo che Theuma sospetta fosse l’allora capo dello staff dell’OPM Keith Schembri, definita ai giudici come “sospetta”, ha poi tirato in causa anche l’assistente del primo ministro Joseph Muscatt oltre all’emissario di corruzione per silenzio Kenneth Camilleri. L’uomo inviato per tentare di corrompere gli esecutori materiali dell’omicidio ed ottenerne il silenzio sui mandanti, con la promessa di denaro e libertà su cauzione, non era un dipendente qualunque dell’ufficio di Muscat. Kenneth Camilleri aveva infatti accompagnato il primo ministro in molti viaggi ufficiali e risultava essere anche Neville Gafa, torbido personaggio dell’OPM, in un viaggio in cui si tennero una serie di incontri poco limpidi con il governo libico.
Lo staff del premier Muscat coinvolto
Il Times of Malta è stato informato, dagli uffici del primo ministro, del fatto che Kenneth Camilleri era stato trasferito dall’ufficio sicurezza personale del premier Muscat alla Transport Malta alcuni mesi fa. In una dichiarazione rilasciata ieri pomeriggio, Transport Malta ha annunciato di aver sospeso uno dei suoi dipendenti a seguito di una deposizione di un testimone pronunciata in Tribunale durante il procedimento in relazione all’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia. I servigi resi da Melvin Theuma, ed il silenzio che avrebbe dovuto garantire, sarebbero poi stati ripagati con una ricompensa che è stata formulata dal sindaco di Rabat, Sandro Craus. Ad accompagnare all’incontro sarebbe stato Keith Schembri, il capo ufficio di gabinetto del premier Joseph Muscat. All’incontro, Schembri non partecipò ma si limitò a presentare l’intermediario da ricompensare a Craus che, dopo convenevoli ed un caffè, propose al tassista un’assunzione in un ministero. Un fatto, quello del generoso contratto, riscontrato dai giudici che hanno potuto confermare la dichiarazione resa dal testimone, pagato come dipendente ministeriale senza aver mai messo piede nel luogo di lavoro. “I prossimi 40 giorni saranno cruciali per l’indagine e non vogliamo che venga messa a rischio, in alcun modo”, ha dichiarato il capo della missione dei capigruppo di Strasburgo a Malta riferendosi all’inchiesta che coinvolge lo staff più vicino a Joseph Muscat e potenti imprenditori che ne avrebbero sponsorizzato l’elezione e con i quali il primo ministro pare abbia rapporti molto stretti e poco trasparenti.
L’Unione europea vuole le dimissioni di Muscat
La delegazione dell’Unione europea, in conferenza stampa, ha anche dichiarato di aver ricevuto “segnali molto preoccupanti sulla sicurezza dei giornalisti” a Malta e che la loro indipendenza è minacciata. Minacciata è anche la libertà di manifestare, come dichiarato da personale constatazione della stessa capo missione Sophie In’T Veld. Manifestazioni che coinvolgono la popolazione maltese scesa in strada per pretendere le immediate dimissioni del primo ministro Joseph Muscat, adesso seriamente coinvolto in una inchiesta giudiziaria sull’omicidio di una giornalista che indagava sul coinvolgimento in affari sporchi suoi, del suo staff e dei potenti che lo avevano affiancato fino a raggiungere la poltrona da primo ministro. Muscat intanto non intende dimettersi, malgrado il suo staff sia coinvolto nell’omicidio di Daphne Caruana Galizia, indirettamente fino ad attuale fase dell’inchiesta, ed in modo diretto nell’occultamento delle prove e nel depistaggio delle indagini come testimoniato dal mediatore Melvin Theuma.
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