di Mauro Seminara
Mentre i soliti nomi noti escludono categoricamente la possibilità di un ritorno al fascismo, assistiamo basiti a spunti di ritorno al medioevo. Non è una esagerazione il parallelismo con l’epoca in cui il genere umano ha subito una grave battuta d’arresto sul processo evolutivo. Ieri, a Torino, un gruppo di persone si è riunita davanti il Tribunale per recitare il rosario in favore del politico Matteo Salvini. Il leader della Lega e del ritorno all’oscurità del fascismo, e forse anche del medioevo, sarebbe dovuto andare in Tribunale per un incontro a tu per tu con la magistratura. L’accusa nei confronti di Salvini è di vilipendio alla magistratura. Ma è solo uno dei capi di imputazione che dovrebbero costringere, presto o tardi, il segretario della Lega a sedere sul banco degli imputati in un’aula di giustizia. Ci sono infatti anche le querele per diffamazione di Carola Rackete e Ilaria Cucchi, i casi di sequestro delle navi ONG con naufraghi a bordo, e presto potrebbe anche arrivare una possibile resa dei conti sui 49 milioni della Lega Nord e sul caso ribattezzato dalla stampa come “Russiagate”.
Inoltre, con strana coincidenza di eventi, Il Fatto Quotidiano aveva annunciato – per mezzo di proprie fonti – che prima di Natale il segretario federale renderà di pubblico dominio un radicale cambiamento nello statuto della “Lega Nord” in favore della “Lega Salvini Premier”. Negli stessi giorni, per l’esattezza ieri, la Guardia di Finanza con tanto di mandato ha bussato alla porta di via Bellerio per rovistare negli uffici della Lega (Nord e Salvini Premier). La Lega Nord, quella “per l’indipendenza della Padania”, che cederà parte di se stessa a “Salvini Premier” secondo Il Fatto, è il partito che deve restituire 49 milioni di euro sottratti indebitamente agli italiani. La Lega novella, quella per “Salvini Premier”, magari anche con “pieni poteri”, è invece il partito che fa cassa in modo sorprendentemente positivo. Così, mentre parte del Paese accusa Salvini di stare avvelenando i pozzi e parte della magistratura lo processerebbe per vari e diversi ipotetici reati, c’è chi fa gelare il sangue davanti un Tribunale con il rosario in mano per far intercedere Dio, la Madonna e tutto il regno dei cieli in favore del maggior propagatore di odio dei nostri tempi.
Dall’altra parte, in altre piazze, continuano a radunarsi le “sardine”. Maree umane che manifestano, con l’ormai noto flash mob tematico, contro la diffusione dell’odio razziale e di genere e quindi contro Matteo Salvini. Le sardine sono soltanto la manifestazione di una coscienza collettiva che non vuol cadere in questo abisso di odio e squadrismo proposto da alcuni partiti e movimenti, in testa ai quali svetta il vessillo della Lega con il suo 30% di consenso elettorale (un terzo della media alle urne e non del Paese). Il comitato organizzativo dei flash mob è composto da un gruppo di giovani promotori. Non sono i “leader”, non ci sono associazioni e non c’è un consenso di natura partitica verso i promotori della prima fatidica piazza a Bologna. Chi partecipa nelle piazze, di tutta Italia, non segue Santori o altri promotori ma il messaggio che il movimento popolare delle sardine vuol lanciare. Ma i media continuano a parlare di “leader delle sardine” e di consenso dei leader della sardine da “investire”. Il sopracitato Mattia Santori viene invitato ed ospitato ovunque, ed ogni volta il conduttore o l’intervistatore cerca di condurre il dialogo su “progetti futuri per un così ampio consenso” e su temi che non riguardano le sardine ma i politici da cui esse pretendono una maggiore responsabilità sulla cosiddetta “questione morale”.
Qualche lusinga qua, qualche bufala la, la guerra in casa è e rimane l’espediente prediletto da chi vuol rovesciare uno Stato o anche solo un movimento. E già assistiamo a Casa Pound e Forza Nuova accostati alle sardine che nascono come antidoto al fascismo bramato da Casa Pound e Forza Nuova. Poi arriva Potere al Popolo che sarebbe risentito, a detta dei titoli di quei “giornali” pubblicati in assoluto dispregio della deontologia giornalistica, per disparità nell’apertura delle sardine all’uno piuttosto che all’altro soggetto od esponente politico. L’unica cosa certa fino ad oggi è che anche i comunisti accusano le sardine di fascismo per aver negato l’ingresso di una bandiera rossa in una piazza con flash mob da pesce azzurro. Le sardine sono invise alla destra italiana, che si trova ad affrontare un nemico inatteso e difficile da combattere perché politicamente neutrale, ma anche alla sinistra che ha perso da anni i propri ideali e non riesce a “comprare” bacini elettorali spontanei come quello dei flash mob antifascisti.
Le sardine stanno quindi tentando un assedio a quel nemico che ammicca a logiche ed ideali fascisti, con tanto di rosari medievali per invocare protezione al leader, mentre alle loro spalle si armano fazioni che in certi casi si dichiarano perfino amiche. Le sardine sono dei pesci, e si dice che i pesci iniziano a puzzare dalla testa. Speriamo che le sardine non abbiano una testa, come i media nazionali vorrebbero fare intendere continuando ad ospitare e lusingare Mattia Santori. Quest’ultimo però nella trappola ci è già caduto. Continuando ad accettare gli inviti per spiegare cosa sono le sardine, sta lasciando che in lui, in Mattia Santori, venga identificato l’intero movimento. E si sa, ottenuto che per gli italiani sia uno il leader, basterà distruggere una persona per veder sgretolato l’intero movimento delle sardine che combattevano una guerra giusta ma con il nemico alle spalle.
Leggere Mediterraneo Cronaca non è solo trovare ciò che i miei occhi vedono ed il mio pensiero elabora ma è trovare spunti di ulteriore riflessione che va oltre il tifare per un’ideologia! Grazie a te Mauro ed a coloro che assieme a te hanno prodotto questo spazio!