Mancano quattro giorni al natale ed il Mar Mediterraneo è mosso come si conviene in questo periodo dell’anno, ma per i trafficanti di esseri umani questo non è un problema ed in mare un gommone ce lo avevano messo ugualmente. Un gommone carico con 112 persone, e tra loro ci sono anche 24 donne e 38 bambini. Tre delle donne imbarcate su un gommone destinato al naufragio, quindi in rotta verso morte certa, sono anche in stato di gravidanza. Sono le vite a perdere che la Libia mette in mare e che l’Europa si ostina a non voler soccorrere né consentirgli diversi percorsi – come auspicato dal segretario generale delle Nazioni Unite – per poter migrare in sicurezza e con opportunità di reinserimento in una nuova vita.
Il gommone era già parzialmente sgonfio, probabilmente a causa del peso e dei colpi che prendeva dal mare che in questi giorni rende difficoltosi anche i collegamenti via nave con le isole minori a sud della Sicilia. La prua, come si vede in foto, era già completamente sgonfia, afflosciata, e questo avrebbe messo a dura prova il resto dei tubolari destinati a scollarsi anch’essi. Sul loro cammino la nave Ocean Viking, delle Ong Medici Senza Frontiere ed SOS Mediterranee a circa 25 miglia nord di Sabrata, ad ovest della capitale oggetto di continui raid aerei. La nave da soccorso umanitario li ha trovati all’alba, impauriti, con tanti bambini a bordo e dei quali uno di circa 3 mesi. Il soccorso è stato difficile ma è andato tutto bene ed adesso la Ocean Viking si trova ancora una volta nelle condizioni di dover attendere che qualcuno indichi un porto sicuro in cui poter far sbarcare i naufraghi. Porto che non può essere della Libia, anche se è libica la competenza dell’individuazione di un place of safety di concerto con l’Italia e Malta.