La Ocean Viking, la più grande delle quattro navi Ong attualmente operative in missioni umanitarie nel Mediterraneo centrale, ha sbarcato ieri a Pozzallo le 39 persone che aveva soccorso prima dell’alba di venerdì 17 gennaio circa 30 miglia a nord di Zawia. La nave attrezzata dalle Organizzazioni SOS Mediterranee e Medici Senza Frontiere, conclusa l’operazione di soccorso, poco prima delle otto aveva richiesto all’autorità marittima competente l’indicazione di un porto sicuro di sbarco. Il soccorso dei naufraghi era avvenuto in acque SAR della Libia e dalla Centrale di coordinamento nordafricana era stato risposto alla nave Ong circa tre ore più tardi di dirigersi a Tripoli per sbarcare i naufraghi. Con le difficoltà di comunicazione con una Centrale di Coordinamento Soccorso Marittimo (MRCC), la Ocean Viking rispondeva tre ore dopo che la Libia non rispondeva ai requisiti di un Place of Safety (Porto Sicuro) e decideva di non seguire l’indicazione per lo sbarco a Tripoli.
Era venerdì 17 gennaio e la Ocean Viking, con a bordo 5 uomini, 15 donne e 19 minori non accompagnati, conclude così la parentesi di rapporto con l’autorità marittima competente per l’area SAR del soccorso. La Libia continua a considerare i propri porti come “Porti sicuri di sbarco” malgrado la guerra e la conclamata costante violazione dei diritti umani sul proprio territorio, attualmente senza un vero Governo – il 90% della Libia è sotto il controllo del governo non riconosciuto del generale Haftar – e comunque senza aver mai aderito alla Convenzione di Ginevra sui diritti inalienabili dell’uomo. L’assegnazione di un’area SAR (Search and Rescue, Ricerca e Soccorso) alla Libia prevede però che lo Stato competente sia anche in condizione – requisito imprescindibile – di fornire propri Place of Safety e l’Organizzazione Internazionale Marittima (IMO), facente capo alle Nazioni Unite, non ha revocato l’area SAR alla Libia, quindi il loro MRCC continua ad indicare i propri porti quali “sicuri”. Il giorno successivo, sabato 18, la Ocean Viking invia formale richiesta di Place of Safety alle autorità europee competenti per aree SAR più vicine: Italia (la più vicina) e Malta.
Che la ragione sia da attribuire agli accordi di Malta dello scorso anno oppure al rischio di processo per l’ex ministro dell’Interno di quest’anno, l’MRCC italiano ha risposto in tempi relativamente normali assegnando un porto sicuro siciliano alla Ocean Viking. Ben lontani dalle due settimane di propaganda, ma anche dai recenti cinque giorni prima dell’indicazione di POS ad una nave Ong, l’Italia ha quindi assegnato un proprio porto di sbarco alla nave umanitaria lunedì 20 gennaio, due giorni dopo la richiesta inviata dal ponte di comando a due diverse autorità marittime. Senza contrattempi, il tempo della navigazione dal punto in cui si trovava fino al porto assegnatole, ieri, martedì 21 gennaio, la Ocean Viking ha ormeggiato nel porto di Pozzallo e poco dopo le 11 del mattino si era già conclusa l’operazione di sbarco. Sono scesi dalla nave Ong naufraghi di diverse nazionalità, tra cui Marocco, Bangladesh, Egitto e Somalia. Nessun “contrattempo” neanche per la nave che ha subito potuto lasciare il porto siciliano dirigendosi nuovamente in area SAR nel Mediterraneo centrale, dove è già presente in missione umanitaria la nave Ong Alan Kurdi. La Open Arms è attualmente in sosta a Siracusa, mentre la Sea Watch 3 è prossima ad un porto della Spagna dove farà uno scalo tecnico anch’essa.
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