di Vittorio Alessandro
Stamattina i grandi quotidiani hanno dedicato quattro o cinque pagine alle dimissioni di Di Maio. Scorrendo tutto puntigliosamente, ho appreso, in sintesi: che Di Maio si è dimesso perché stanco della fronda interna; che gli succede Crimi, il killer di radio Radicale, e che Di Battista si scalderà fino agli Stati Generali di marzo; che tutti gli resteranno amici, compreso Conte e i fratelli-coltelli; che il governo non ne risentirà; che, alla fine del discorso, il capo dimissionario, con un colpo di scena, ha tolto la cravatta.
Dunque, cinque notizie (l’ultima di un certo interesse) che, suddivise per le cinque pagine del quotidiano, corrispondono a una notizia per pagina (uno vale uno).
Sarebbero, però, bastati i titoli.
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