Le Nazioni Unite stanno denunciando, se pur inascoltate, le continue violazioni dell’embargo sulla vendita di armi in Libia. Con una nota di ieri, dal quartier generale delle Nazioni Unite arriva infatti la seguente pesante accusa: “Negli ultimi dieci giorni sono stati osservati numerosi voli merci e altri voli, in atterraggio negli aeroporti libici nella parte occidentale e orientale del paese, che forniscono alle parti armi avanzate, veicoli corazzati, consiglieri e combattenti”. La nota non fa nomi, ma il monitoraggio degli spostamenti di aerei cargo lascia pochi dubbi sul caso. Tra i più operativi, con movimenti aerei che in notturna facevano spola tra Istanbul e Misurata, ci sono i turchi di Erdogan.
Ma questa non è l’unica ingerenza esterna che viola l’embargo ed alimenta una guerra con mezzi e militari specializzati. Il Summit di Berlino sulla Libia del 19 gennaio si era concluso con un accordo che, pur in assenza delle parti interessate (Sarraj ed Haftar), aveva almeno in apparenza concordato il ritiro delle parti esterne e maggior rigore sul rispetto dell’embargo. Le Nazioni Unite, che non hanno voluto citare espressamente i nomi dei Paesi sotto accusa, hanno però puntato il dito proprio sul Summit di Berlino affermando che tra i Paesi che continuano a fornire armi in Libia ce ne sono “diversi che hanno partecipato alla Conferenza di Berlino”. Nei giorni scorsi il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, aveva proposto all’Unione europea la disponibilità dell’Organization of the North Atlantic Treaty (Nato) a collaborare con una missione europea per la rigorosa vigilanza dell’embargo sulle armi in Libia. La proposta di Stoltenberg di ripristinare la missione Sophia e, supportata dall’alleanza atlantica, utilizzarla per impedire che si alimenti il conflitto con la fornitura di nuove armi è però caduta miserabilmente nel vuoto.
In foto: Una immagine recentemente diffusa da Egypt Defence Review con lanciagranate russi e varie armi automatiche di diverse provenienze in un “mercatino delle armi usate” alla presenza di militari egiziani e libici.
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