di Vittorio Alessandro
Matteo Salvini si dice contento della bruciante sconfitta in Emilia Romagna e, per una volta, sono contento con lui. Il grande stratega si è autolicenziato dal governo, dove occupava un posto da presidente di fatto, senza dover sopportare i guai del presidente di nome; si è concesso ai giudici, non per ripulsa del privilegio della immunità (da lui mai disdegnata), ma per fini elettorali; ha conferito infine al voto amministrativo una forte connotazione nazionale.
Un Franti della politica, rissoso e impudente. Lui e i suoi ex alleati sono stati puniti: dovevano cambiare l’Italia e non sono stati capaci neppure di cambiare se stessi.
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