La sequenza genetica del virus era già stata condivisa dalla Cina ed attualmente non ci sono ufficiali cure o vaccini prodotti nei laboratori nazionali dei Paesi che hanno acquisito tali informazioni. Questo è lo stato dei fatti all’indomani della dichiarazione dello stato di “Emergenza internazionale di salute pubblica” da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e poche ore dopo il Consiglio dei ministri italiano che ha conseguentemente decretato lo stato d’emergenza anche in Italia e deliberando lo stanziamento dei fondi necessari all’attuazione delle misure precauzionali conseguenti alla dichiarazione dell’OMS. Già ieri sera in conferenza stampa il presidente Conte aveva però dichiarato che non c’è “nessun motivo per panico o allarme sociale”.
Le contromisure italiane
Dichiarazione ineludibile mentre il Paese rischia la psicosi da Coronavirus ed i cittadini cinesi rischiano anche di peggio. Il caso conclamato, ed ufficializzato ieri sera in conferenza stampa dal presidente Conte insieme al ministro della Salute pubblica Roberto Speranza ed al direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani”, il professor Giuseppe Ippolito, che vede adesso anche l’Italia nel lungo elenco di Paesi con casi di contagio, rischia adesso di causare gravi conseguenze sul piano della paranoia sociale. Per l’emergenza sono stati stanziati 5 milioni di euro che il Ministero della Salute ed i Ministeri coinvolti in eventuali azioni a difesa della popolazione avranno in pronta reperibilità.
I due turisti cinesi approdati con una nave da crociera in Italia sono stati trasferiti allo Spallanzani e per la nave sono state prese immediate contromisure con lo stop all’imbarco dei nuovi crocieristi ed il controllo sanitario di tutti i passeggeri a bordo. Misure precauzionali dovute ed ineludibili, ma decisamente molto più elevate rispetto ad altre situazioni virali che comunque mietono vittime e potrebbero arrivare in Italia, dall’ebola – ancora persistente in Africa centrale – all’HIV fino alla malaria che ha causato giorni addietro la morte di una ragazza siciliana.
Le iniziative dell’OMS
Il Comitato scientifico dell’OMS, nel corso della sua seconda riunione – ieri – sul Coronavirus, ha sottolineato “la necessità di una sorveglianza rafforzata nelle regioni al di fuori della provincia cinese di Hubei, incluso il sequenziamento genomico dei patogeni, per capire se si stanno verificando cicli locali di trasmissione“. In altri termini, anche all’Organizzazione Mondiale della Sanità, che continua a lodare la Cina per la sua collaborazione, sfuggono basi fondanti del fenomeno che rappresentano cardini ineludibili per una reale rapida attuazione di contromisure farmacologiche. Tra i consigli dell’OMS, riportati in verbale di riunione del Comitato di ieri pomeriggio, c’è infatti la seguente urgenza: “Dovrebbero essere sviluppate misure per garantire un rapido sviluppo e accesso a potenziali vaccini, diagnostica, medicinali antivirali e altre terapie per i paesi a basso e medio reddito”.
Uno dei maggiori rischi per la popolazione mondiale è infatti dovuta alla carenza di welfare in ambito sanitario. Non a caso, ad introdurre l’agente patogeno 2019-nCoV in Italia sono stati due turisti cinesi che potevano permettersi un viaggio in Europa con crociera nel Mediterraneo. Ma le persone più esposte sono adesso quello del ceto sociale meno abbiente, che non potrebbero permettersi visite specialistiche d’urgenza ed eventuali farmaci o vaccini con cui immunizzarsi o rendere più alte le barriere immunitarie alla trasmissione del virus. Non a caso, tra i suggerimenti del Comitato dell’OMS c’è anche quello ribadito nella riunione di ieri dell’importanza di “studiare la possibile fonte, escludere la trasmissione nascosta e informare sulle misure di gestione dei rischi”.
Dove nasce il 2019-nCoV
L’origine del virus è ancora un mistero, visto che la guerra al nuovo Coronavirus pare stia diventando un utile espediente per la guerra commerciale alla Cina sul piano finanziario, in borsa. A confondere ancora più le idee, e mettere in difficoltà le nazioni che hanno già registrato casi di contagio, ci sono anche le affermazioni lanciate alla stampa – con i soliti giochi di intelligence – dai servizi israeliani secondo cui l’agente patogeno non sarebbe una evoluzione di un virus animale trasmesso all’uomo ma un prodotto di laboratorio nato in Cina e per chissà quale ragione fuggito dalla provetta. Sul piano scientifico è però necessaria la cronostoria esatta dell’agente patogeno, oltre che la sequenza, per comprenderne l’origine sulla base della sua evoluzione e studiarne così anche la sequenza iniziale. Questo dato sfugge ed anche l’animale che avrebbe permesso il “salto” non è stato identificato. Nel frattempo rimane però unico dato certo il contagio da uomo a uomo – e non da focolaio originale a uomo – avvenuto fuori dai confini cinesi. Il virus quindi si starebbe espandendo, con maggiori capacità di adattamento, lontano dal focolaio.
Traffico chiuso
Tra le misure adottate da molti Paesi, incluso l’Italia che ne ha dato annuncio ieri sera, c’è la chiusura al traffico aereo da e per la Cina. Non ci saranno quindi passeggeri da monitorare dopo l’ultimo volo, atterrato oggi in Italia, e dopo i 60-70 italiani che partiranno lunedì dalla Cina con un volo militare per essere evacuati e messi in “quarantena” all’arrivo. La Cina è nel frattempo l’occhio di un ciclone che la sta facendo collassare sul piano commerciale. Chiude la catena Ikea, chiudono le frontiere (intese come voli diretti da e per la Cina) e chiudono anche negozi ed attività commerciali varie cinesi che non hanno clienti essendo la popolazione barricata in casa. Manca però il tassello delle spedizioni commerciali all’estero, con il “Made in China” che arriva in ogni forma in quasi tutto il mondo, anche attraverso colossi dell’e-Commerce come Amazon. Dalle carni suine cinesi vietate e sequestrate dalla Guardia di Finanza a Padova fino ai semi per piante ed a qualunque altro tipo di prodotto, tecnologico e non, fabbricato in Cina, i porti italiani ed europei sono pieni di container stracolmi di manufatti cinesi su cui non si ha ancora chiarezza visto lo stato attuale delle ricerche sulla trasmissione del virus.
La Cina e le collaborazioni reali con il resto del mondo
Un punto fondamentale della riunione del Comitato scientifico dell’OMS di ieri riguarda la condotta della Cina, al di la delle lodi diplomatiche con cui l’Organizzazione approccia le autorità di Pechino, e da qusti si evince parte del sostanziale problema. L’Organizzazione mondiale infatti raccomanda alla Cina di “collaborare con l’OMS ed i partner per condurre indagini per comprendere l’epidemiologia e l’evoluzione di questo focolaio e le misure per contenerlo”. Rimarcando così che ad oggi il mondo non ha ancora alcuna utile informazione scientifica sull’origine del focolaio epidemico. L’OMS raccomanda ancora alla Cina di “condividere dati rilevanti su casi umani” e di “continuare a cercare di identificare la fonte zoonotica dell’epidemia, e in particolare il potenziale di circolazione, condividendo con l’OMS non appena sarà possibile”. L’allarme quindi non deriverebbe tanto dalla diffusione epidemica quanto dal fatto che l’agente patogeno è ancora sconosciuto nell’origine e nella mappatura genomica.
I dati sull’epidemia
Ieri pomeriggio, sul tavolo del Comitato dell’OMS, c’erano i seguenti dati ufficiali. Il numero complessivo e globale dei contagiati era pari a 7.818 persone contagiate. Secondo uno studio del New England Journal of Medicine però non ci sarebbero, tra i circa ottomila contagiati, casi di persone con età inferiore ai 15 anni. Dei 7.818 casi rilevati e confermati, 7.736 erano in Cina e 82 fuori confine ed in 18 Paesi. A questi si sono poi aggiunti due casi in Italia ma di cittadini cinesi. In Europa il totale dei casi confermati è quindi di 12 persone, delle quali appunto due di cittadini cinesi in Italia, 5 in Francia, 4 in Germania ed 1 in Finlandia. Il pericolo di diffusione però c’è e non è contenibile con le chiusure dei voli diretti dai singoli Paesi da e verso la Cina perché Ethiopian Airlines ha annunciato che non interromperà i collegamenti aerei con la Cina. Il caso costituisce quindi un grave rischio di nuovi focolai in quei Paesi che rientrano appieno nella raccomandazione dell’OMS sulle classi meno abbienti.
Le vittime accertate
I dati cambiano in modo sensibile di ora in ora e le cifre ufficiali assunte e diffuse dall’OMS ieri pomeriggio, quando è stato dichiarato Emergenza internazionale di salute pubblica (PHEIC), risultano già riviste questa mattina con l’ultimo bollettino delle autorità cinesi. I casi di contagio accertato sarebbero adesso di circa 10.000, ma il dato più sensibile è quello sui decessi accertati per causa nuovo Coronavirus salito ormai ben oltre le cento unità. In miglioramento, di contro, pare siano i dati circa le guarigioni delle persone affette dal 2019-nCoV ed il dato relativo alla resistenza dell’organismo al virus. I decessi sono mediamente coincidenti con soggetti vulnerabili per altre preesistenti patologie ed il dato emerso dalla ricerca del New England Journal of Medicine circa i giovani ed i bambini fin’ora immuni farebbe pensare a buone possibilità di resistenza in caso di contagio. Da rilevare anche che, stando alle dichiarazioni rese dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio oggi in conferenza stampa, tra gli italiani presenti a Wuhan non ci sono soggetti che hanno contratto il virus.
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