di Maurizio Maria Fossati
giornalista UNAMSI (Unione Medico Scientifica d’Informazione). Scrittore e divulgatore scientifico
Sapete qual è l’intervento chirurgico più eseguito al mondo? É indiscutibile: quello di cataratta. Solo in Italia, sono state eseguite ben 650mila operazioni nel 2019, con un impegno corrispondente all’83% dell’attività dei centri chirurgici oculistici nazionali.
Sottoporsi oggi a un intervento di cataratta, che in definitiva significa sostituire il cristallino naturale dell’occhio, invecchiato e opacizzato, con un cristallino artificiale di materiale plastico, è molto diverso rispetto al passato.
“La cataratta è l’intervento chirurgico che ha avuto il maggiore avanzamento tecnologico degli ultimi 50 anni – afferma con orgoglio Matteo Piovella, presidente della Società Oftalmologica Italiana (SOI) -. E questo ne ha cambiato anche l’approccio, la filosofia. Mentre un tempo si ritardava il più possibile la sostituzione del cristallino, oggi, la straordinarietà dei risultati, il miglioramento di qualità della vita e la soddisfazione del paziente, spingono a operare al primo manifestarsi del disturbo”.
La cataratta è prevalentemente un problema che affligge la terza età. “Oggi è accertato che a 70 anni 3 persone su 4 hanno la cataratta, mentre a 80 anni il problema riguarda la quasi totalità degli individui”, precisa il dottor Piovella. Ma, è anche aumentato il numero dei cinquantenni con cataratta, magari provocata dal diabete. E, nel conteggio, in Italia, dobbiamo considerare anche circa 100 neonati all’anno con cataratta congenita che deve essere operata nelle prime 2 settimane di vita. Tutto ciò ci permette di affermare due cose: che l’intervento può essere effettuato a qualunque età e che il suo risultato, cioè l’esito dell’operazione, è assolutamente stabile nel tempo.
Prevenire è meglio che curare, lo sanno tutti. Ma è possibile fare prevenzione rispetto alla degenerazione del cristallino dell’occhio? Considerando che gli antiossidanti sono gli elementi che ci permettono di contrastare l’invecchiamento cellulare, possiamo dire che una dieta calibrata, ricca di frutta e verdura, può aiutare a conservare bene anche le prestazioni dell’occhio. Ovviamente sarebbe meglio non fumare. E, in ogni caso, non vanno dimenticati i controlli dal medico oculista: ogni 2 anni dai 40 ai 60 anni, poi annuali.
Oggi l’intervento di cataratta è routinario e risolutivo. E i cristallini artificiali coprono tutte le esigenze. Infatti, parallelamente all’evoluzione delle tecnologie per l’intervento, c’è stata anche una grande evoluzione nella progettazione dei cristallini. Questo significa che possiamo correggere contemporaneamente la miopia, l’ipermetropia, ma anche l’astigmatismo.
I cosiddetti cristallini artificiali ‘multifocali’ ci permettono la correzione della vista da lontano e nel contempo anche da vicino. Chi adotta questi cristallini può quindi tranquillamente guidare un’auto, guardare la televisione e leggere un giornale, giovandosi sempre della massima prestazione visiva.
Anche i vecchi pregiudizi sono stati sfatati: sarebbe sbagliato, oggi, diffidare dei cristallini multifocali. Chi ha provato gli occhiali multifocali e non è riuscito ad abituarsi, tenga presente che il principio di funzionamento e la tecnologia di un cristallino multifocale sono completamente diversi da quelli delle lenti per occhiali. Così, le difficoltà incontrate con le lenti non si presentano più nell’impiego di cristallini multifocali impiantabili.
Molti medici oculisti eseguono l’intervento di cataratta con il bisturi, altri impiegano il laser a femtosecondi. Ma qual è la differenza?
“L’intervento di cataratta – spiega il presidente SOI – prevede 15 differenti azioni mediante le quali sostanzialmente si esegue l’apertura del sacco capsulare, si frammenta, si liquefa e si estrae il cristallino naturale opacizzato, e lo si sostituisce con quello artificiale. Ebbene, il laser viene impiegato per effettuare uno di questi passaggi: l’incisione circolare della capsula, che permette di operare la sostituzione del cristallino. Il vantaggio dell’impiego di un laser comandato dal computer sta nel fatto che offre sempre la garanzia di un’incisione perfetta, cioè eseguita in posizione, dimensioni e profondità esatte. Una precisione estrema, quindi, paragonabile solo a quella della mano di un bravo medico oculista con anni di esperienza alle spalle”.
Molti hanno plaudito all’introduzione del laser a femtosecondi per la cataratta come all’arrivo di una tecnica rivoluzionaria. In definitiva la vera rivoluzione sta nel fatto che siamo riusciti a far fare a una macchina quello che un bravo chirurgo oculista già sapeva fare. Sì, il laser evita l’impiego del bisturi e permette di eseguire incisioni della cornea millimetricamente precise, nette e programmabili. Certamente il laser non conosce stanchezza o indecisione. Il laser permette di offrire sicurezza operativa costante nel tempo, anche gestito da medici diversi. Non ruba lavoro al medico, ma, piuttosto, regala prestazioni ad altissimo livello. Comunque, tocca sempre al chirurgo, nel quotidiano rapporto medico-paziente, conservare “sensibilità” e “cuore”.
Occhiali, a ciascuno le sue lenti
“Sembrerà una banalità – afferma il presidente SOI, Matteo Piovella – ma gli occhiali dovrebbero sempre correggere perfettamente e totalmente il difetto visivo della persona. Le correzioni vanno quindi aggiornate con visite e controlli periodici dall’oculista, perché la vista è soggetta a cambiamenti nel tempo. La buona notizia sta nel fatto che le lenti moderne, pur rimanendo chiare, offrono protezione dai raggi ultravioletti (UV)”.
Lenti a contatto
Chi le usa, avrà notato che il mercato si sta sempre più orientando verso l’impiego di lenti “usa e getta” giornaliere. “Sono pratiche e l’impiego giornaliero evita di doverle sterilizzare tutte le sere con sostanze che possono sensibilizzare la congiuntiva con effetti irritatori”. Evitano inoltre, nel caso di impiego maldestro, l’accumulo di germi pericolosi per la salute dell’occhio. “Purtroppo – sottolinea Piovella – siamo il Paese europeo con il minore uso di lenti a contatto, E probabilmente questo dipende dalla scarsa preparazione di chi dovrebbe guidare il paziente. Ricordiamo che, prima dell’adozione di lenti a contatto, ci si dovrebbe sottoporre a visita oculistica per escludere l’esistenza di controindicazioni fisiologiche. La mancanza di un adeguato film lacrimale a protezione della cornea, per esempio, potrebbe risultare estremamente pericolosa”.