Il nuovo coronavirus sta scatenando al corsa al caso in corsia, con titoli che si susseguono in aggiornamento come i risultati di una domenica di campionato. In questo delirante contesto si era acceso il riflettore a Palermo sul caso della turista di Bergamo in vacanza nel capoluogo siciliano. La donna è poi risultata positiva alle analisi effettuate sul tampone, e le conseguenze si erano subito propagate dall’ospedale in cui era stata ricoverata a tutta la città fino alle estremità della regione. Gli accertamenti sulla comitiva di cui la turista faceva parte hanno però dato riscontro negativo ad eccezione di due persone partite con lei dall’aeroporto bergamasco di Orio al Serio. Nessuno dei restanti soggetti che aveva viaggiato con lei, e neanche il personale dell’hotel nel centro città, sono risultati positivi al nuovo coronavirus che la donna avrebbe contratto in Lombardia prima di intraprendere la vacanza al sud.
Il caso fa però riflettere su molti aspetti, anche sotto il profilo scientifico. La donna era partita prima che nel lodigiano scoppiasse il caso del 38enne affetto da COVID-19, “paziente 1” di una diffusione localizzata che non ha ancora un “paziente zero”. Quando il panico e le ordinanze da contenimento in stile “Saramago” hanno travolto i comuni interessati – e poi intere regioni – i tre soggetti positivi al nuovo coronavirus si trovavano già in Sicilia. Nessun contagio però risulta essere stato trasmesso dal primo caso con sintomi influenzali, la turista che ha così veicolato un virus che in Sicilia pare non abbia attecchito. I dubbi quindi si potrebbero rivolgere al fattore climatico. La Sicilia, per un fenomeno ben più grave della diffusione del virus COVID-19, non ha visto traccia di inverno ed il clima nella regione è stato per l’intera stagione pressoché primaverile con temperature a tratti perfino estive.
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