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Alla fine …

di Vittorio Alessandro

In Cina sì che ora si respira. Dicono qui al bar (non dentro, dove si entra due per volta, ma nei capannelli fuori, raggio un metro fra i partecipanti) che, se un cinese esce sul pianerottolo, arriva la polizia. Così si fa. In Russia, dove Putin potrà restare al potere fino al 2036, il virus quasi nemmeno si è affacciato: che va a farci? Quindi anche da noi, dicono, oltre ai cellulari spia, ci vorrebbe un supercommissario – un militare o un Bertolaso – che finalmente non guardi in faccia a nessuno. Aveva ragione la Meloni che, da tempo, non fa che chiedere blocchi navali in mare e a terra, la pena di morte, dio patria e famiglia. A prescindere, come diceva Totò.

Il fatto è, dicono, che non siamo responsabili, che perfino i carcerati scappano dalle sicure prigioni e, allora, tanto vale finire in ceppi. Noi con loro.

Alla fine, saremo sani e coglioni.

Vittorio Alessandro: Ammiraglio in congedo, è stato a lungo responsabile della comunicazione della Guardia costiera e del reparto ambientale delle Capitanerie. Ha curato l’informazione istituzionale in occasione delle migrazioni via mare nel 2011 e del sinistro della Costa Concordia nel 2012; ha guidato la missione ambientale italiana Bahar in Libano nel 2006. Dal 2012 al 2017 ha presieduto il Parco Nazionale e l’Area marina protetta delle Cinque Terre. Nel 2014 ha pubblicato “Puntonave” (Mursia editore) e dal 2012 cura l’omonima pagina su Facebook.
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