di Mauro Seminara
Questa mattina è stata montata una tenda, in tutto simile a quelle della Protezione Civile già viste per emergenze terremoto o altre calamità naturali, nel piazzale antistante la struttura poliambulatoriale di Lampedusa. Sulla tenda non si vede il logo della Protezione Civile ma quello della Regione Siciliana con sotto il logo del Programma Operativo Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (PO FESR) corredato di bandiera dell’Unione europea. Il 20 febbraio il responsabile del presidio sanitario di Lampedusa e Linosa, il dottor Francesco Cascio, aveva partecipato ad una riunione sull’emergenza da epidemia di nuovo coronavirus tenutasi presso la Prefettura di Agrigento. Già al tempo, un mese e mezzo addietro, il dottor Cascio aveva individuato una serie di ipotesi risolutive da proporre al Prefetto circa le criticità di Lampedusa, sia per la popolazione residente che per eventuali migranti che vi sarebbero potuti approdare. Da quella data nulla di visibile è stato posto in essere malgrado il susseguirsi di sempre più drastiche misure per il contenimento dell’a diffusione epidemica. Lampedusa era rimasta priva di uno spazio adeguato per l’eventuale visita preventiva di casi sospetti – ad oggi ancora assenti sull’isola – senza dover “contaminare” il PTE o la Guardia Medica che condividono lo stesso ambiente per sala d’attesa e bagno.
Oggi è stata montata una tenda, ma nel frattempo sull’isola sono divenuti carenti altri servizi. Tra questi alcune specialistiche che a Lampedusa non sono mai state strutturate ed i cui medici specialisti vengono solitamente da Palermo per turni in poliambulatorio. Anche gli infermieri scarseggiano e limitazioni, e rischi, pare possano rappresentare un deterrente per recarsi sull’isola a svolgere un turno di poche ore con una eventuale quarantena di 14 giorni in caso di sintomi sospetti accusati dallo stesso medico. L’isola ha subìto inoltre un drastico ridimensionamento dei collegamenti con la sospensione di una delle due navi che giornalmente servivano Lampedusa e Linosa e la riduzione ad un solo volo al giorno – in regime di continuità territoriale – da e per la maggiore delle Pelagie. Lampedusa è adesso collegata solo a Palermo con un volo in arrivo ed uno in partenza dall’isola ed è stato sospeso anche il volo da e per Catania.
Le norme varate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri di concerto con il Ministero della Salute pubblica hanno sospeso anche l’accesso a studi medici ed ambulatori se non per le emergenze, ma le ore di poliambulatorio che i medici pendolari svolgevano a Lampedusa sono adesso incompatibili con gli orari dei voli da e per l’isola. Il rischio è quindi che perfino una emergenza odontoiatrica possa non trovare un medico in poliambulatorio ed altre patologie, evidenti oppure latenti, perdano l’opportunità di interventi di prevenzione rischi. Abbiamo provato a contattare il dottor Cascio per meglio comprendere la destinazione della tenda e come verrà gestita ma gli impegni del responsabile sanitario, forse dovuti proprio alla ricerca di una soluzione su quanto sopra esposto, non gli consentivano di poter rispondere oggi stesso. Lampedusa è però una emergenza nell’emergenza per la quale Cascio pare essersi dovuto rimboccare le maniche già settimane addietro.