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    Categories: Editoriali

Covid-19, la colpa non è del pipistrello

di Mauro Seminara

Ritorna, forte più di prima, almeno per un altro giorno, l’ipotetico complotto mondiale, ordito da non si sa bene chi e con ancora meno chiari obiettivi, in cui la pandemia di Covid-19 sarebbe opera dell’uomo invece che della casualità ciclica che la natura registra da prima che l’uomo iniziasse a camminare in posizione eretta. A rilanciare il complotto globale è stato ieri un servizio del 2015 della Rai con una coincidenza perfetta per chi non attendeva altro che una nuova prova dell’esistenza di un rinnovato nemico invisibile contro cui scagliarsi con ferocia, da casa ed a mezzo social. Post contro post, commenti contro commenti che forse dovrebbero distruggere il nemico con maggiore efficacia tanto più alto è il numero di “Mi piace” raccolti. Già il virus del SARS-CoV-2 è invisibile, almeno a occhio nudo, ma per l’irrazionale processo mentale umano sembra non bastare. Quindi, anche qualche milione di persone, incapace di vedere il SARS-CoV-2 con un rapporto di ingrandimento di qualche milione di volte perché non dotata di microscopio elettronico, pretende di vedere il virus SHco-14 ingegnerizzato in laboratorio di cui parla il servizio Rai di TGR Leonardo del 2015 che ieri è diventato più virale del Covid-19. Anzi, peggio. La probabile pretesa è quella di vedere chi sta dietro la diffusione mondiale di Covid-19. Chiunque va bene, gli immancabili “poteri forti”, i servizi segreti, gli americani, gli stessi cinesi adesso anche autolesionisti… Tutti, tranne che un normalissimo pipistrello.

Nell’ipotesi di complotto potrebbero starci dentro tutti e tutti vanno bene per il gioco contorto con cui gli scarsamente impegnati italiani si cimentano in infinite ed infondate ipotesi di responsabilità e finalità. C’é la fondazione di Bill Gates, c’è la forza militare USA, ci sono i mercati finanziari così definiti in modo etereo ed allo stesso tempo unico come un unico organismo pensante. Ci sono tutti tranne che gli stessi partecipanti al gioco del “chi è il colpevole?“. Eppure, a ben vedere, in mezzo a questo globale complotto stragista ci stanno davvero proprio tutti. C’è probabilmente Bill Gates, fondatore della Microsoft e quindi pioniere del mercato del buttare un intero computer nei rifiuti con tutti i suoi materiali nocivi invece che sostituirne una parte ed aggiornarlo; c’é probabilmente la Bayer con l’acquisita Monsanto, che tra pesticidi e diserbanti ed immorali brevetti sui semi sta concorrendo persino all’estinzione delle api; c’è il presidente degli Stati Uniti con tutti i suoi omologhi che fingono di non credere ai cambiamenti climatici; ci sono anche miliardi di persone che almeno una volta all’anno lasciano cadere tra i rifiuti il proprio smartphone perché quello appena uscito è decisamente migliore. In poche parole c’è un esercito mondiale di persone che sta mettendo in atto un piano sovversivo le cui conseguenze sono devastanti per il genere umano. Tutti, chi in un modo e chi nell’altro, stiamo concorrendo a ciò che oggi ci rende vittime. Ma cosa c’entra questo con il virus SARS-CoV-2, la pandemia di Covid-19 ed il pipistrello?

Diciamo che stiamo avvelenando il pianeta con pesticidi e diserbanti nocivi per l’uomo, regolamentati per l’uomo – con norme che troppo spesso non vengono rispettate – ma non in modo adeguato per gli effetti a lungo termine sugli animali che si nutrono di vegetali e di insetti avvelenati. Aggiungiamo a questo quotidianamente perpetrato autolesionismo l’inquinamento atmosferico dei veicoli a motore, degli aerei, delle fabbriche, delle microplastiche in terra ed in mare, dei focolai radioattivi sparsi ovunque con bombe atomiche perse qua e la – come sulla turistica costa spagnola di Palomares ma anche in Groenlandia ed altrove – e centrali nucleari pressoché ovunque con ricorrenti incidenti che vanno dalla devastazione di una enorme regione in terra, come nel caso di Chernobyl (con un’ampia area dell’Ucraina settentrionale inabitabile dal 1986), a quelli che avvelenano un intero oceano come nel caso del isastro nucleare di Fukushima, in Giappone . Tutto questo, e tanto altro, stanno producendo una probabile mutazione genetica, o degenerazione, nell’uomo – il tasso di patologie cancerogene è cresciuto negli ultimi trent’anni in maniera letteralmente esponenziale – ma anche negli animali. Solo che per l’uomo non è motivo di preoccupazione lo stato di salute degli animali. Neanche di quelli da allevamento che ogni giorno mette in tavola. Eppure, negli ultimi anni abbiamo registrato la cosiddetta “mucca pazza”, la “febbre suina”, la “aviaria” dei polli, ecc. Ciclicamente i virus mutano facendo il salto dal genere ospite originale, passando magari da un rettile ad un suino o ad un topo, oppure direttamente da un pipistrello all’uomo. Il morbillo, ad esempio, è nato con uno spillover da un animale ad un uomo. Questi salti si verificavano, nella storia, con una ciclicità media di un secolo.

La frequenza di epidemia per i casi di spillover è una questione statistica basata sulle probabilità di coincidenza del salto e poi della diffusione del nuovo virus. All’epoca in cui di un virus passato da un animale ad un uomo si ammalava e moriva un contadino solitario, e magari moriva così sul nascere il virus mutato, o comunque era circoscritta la diffusione perché non si viaggiava in aereo, la percentuale di probabilità che nascesse una nuova epidemia era decisamente inferiore e rarissima era la pandemia, cioè la diffusione su scala globale di una epidemia. Ma con la “malattia” che abbiamo indotto nel pianeta, quindi in ogni animale e vegetale – di cui poi magari ci nutriamo pure, accompagnando il pasto con acqua e caffè conditi di microplastiche – la probabilità statistica di mutazione aumenta in percentuale e con l’aumento sconsiderato di molecole antibiotiche negli allevamenti animali, nel caso di spillover, il virus muta per selezione naturale in modo estremamente aggressivo e resistente. La rapidità di spostamento dell’uomo sul pianeta poi fa il resto del lavoro esportando il nuovo virus ai quattro canti del globo nel giro di pochissimi giorni. Ancora prima che il primo caso di contagio umano manifesti i primi sintomi, dall’altra parte del mondo c’è già qualcuno con lo stesso virus nell’organismo. Nel film di Steven Soderbergh del lontano 2011 “Contagion”, ad esempio, per la sceneggiatura hanno ipotizzato che un pipistrello che aveva contratto un virus da pipistrello (di tipo SARS), sfollato dal suo habitat per un selvaggio disboscamento, finiva per defecare in un allevamento di maiali in cui un maialino che aveva un virus suino, nutrendosi per caso del guano del pipistrello ammalato, univa due virus in un unico organismo vettore pronto per il salto del virus all’uomo.

Con un salto tra generi animali, due virus che divenivano un virus unico capace da adattarsi nell’uomo grazie al passaggio in un organismo ospite più idoneo all’adattamento umano, nasceva così in un film di nove anni addietro un nuovo aggressivo virus capace di generare una pandemia facilmente veicolata nella società moderna. Il virus è però una sequenza genomica che viene analizzata, studiata e decodificata. Quello che ha causato l’epidemia di Covid-19 è stato sequenziato anche in Italia già i primissimi giorni di febbraio. Il genoma del virus che ci tiene tutti reclusi ed indaffarati con la ricerca del complotto mondiale è risultato una evoluzione naturale con l’evidenza della assoluta assenza di tracce complete di DNA di singoli organismi che sono tipiche delle ingegnerizzazioni da laboratorio finalizzate alla ricerca. Il virus SHco-14, quello di cui parla il servizio Rai divenuto virale – e non per caso – ieri in tutta Italia, ad esempio, è composto a blocchi ed è chiaramente visibile nella sua sequenza genomica l’innesto artificiale eseguito in laboratorio. Al contrario quello del SARS-CoV-2, e lo hanno reso di pubblico dominio tutti i laboratori di ricerca che lo hanno studiato, ma questa “banale” realtà scientifica sembra non piacere a chi cerca ossessivamente il complotto ordito su scala mondiale da parte di invisibili e spietati poteri forti che mirano a sterminare questo pollaio di consumatori allevati con cura perché rendano i poteri forti sempre più ricchi e potenti. Un fenomeno che fa probabilmente parte dell’irrazionale autodifesa inconscia con cui si delega ad un invisibile o soprannaturale nemico la responsabilità di un evento catastrofico per deresponsabilizzare se stessi delle proprie colpe. Sarà così possibile continuare a cercare carne a bassissimo costo sui banchi della grande distribuzione – magari trasgredendo alle disposizioni governative dettate per fermare l’epidemia – senza chiedersi come sia possibile portare a casa con pochi euro la carne macellata, la confezione, il guadagno del supermercato, il costo del trasporto, gli utili dell’allevatore e del macellatore, l’IVA e tutto il resto. Non è quindi colpa del pipistrello ma dell’uomo. Solo che non lo è di un singolo uomo, così come la gente vuole credere che sia, ma in qualche modo è colpa di tutti.

Mauro Seminara: Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.
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