di Vittorio Alessandro
Qualcuno – non ricordo se un ministro, un sindaco o un predicatore in rete – nel tentativo di conferire dignità alla strategia delle navi-quarantena, ha spiegato in questi giorni che “in origine” questo succedeva, che la nave issasse bandiera gialla e rimanesse fuori dal porto, per evitare possibili contagi. La quarantena, però, vale per l’equipaggio, non certo per centinaia di migranti appositamente trasferiti a bordo come in un lebbrosario galleggiante.
Per i naviganti era un costo da sopportare, perfettamente inscrivibile nella storia di un marinaio; per gente estranea alla nave la quarantena è invece un confinamento da terra, tanto più ingiusto e illegale se applicato ai naufraghi.
Joseph Conrad dipinge nelle pagine di “Linea d’ombra” quale sia la condanna di una nave senza vento, quando non si sa più se sia la febbre a provocare l’impaludamento oppure l’inverso; quando l’opera viva, abituata a combattere con l’onda, muore e si incrosta con il tempo che trascorre inutilmente a bordo.
Vallo a spiegare al sindaco, al ministro o al predicatore.
Commenta per primo