di Mauro Seminara
Un barcone tunisino è arrivato a Lampedusa in pacifica autonomia poco prima delle 16 di questo pomeriggio. A bordo del legno, tipica barca da pesca di circa 7 metri del vicino Stato nordafricano, c’erano alcune decine di giovani harragas (migranti che “bruciano” la frontiera, ndr) felici di aver raggiunto la propria destinazione in tutta sicurezza. Gli assetti navali italiani hanno smesso da tempo di andare incontro alle barche avvistate o segnalate nel Mediterraneo centrale e l’atteggiamento passivo italiano ha catapultato l’isola pelagica in tempi ormai lontani, quando le barche cariche di migranti erano tante ed a soccorrerle c’era solo la Guardia Costiera con poche barche di stanza sull’isola.
Dal tempo della missione Mare Nostrum in poi l’isola era stata esentata dall’onere di accogliere tutti i migranti sulla sua rotta. Prima la Marina Militare, poi la Guardia Costiera italiana con le sue grandi navi da soccorso marittimo “classe 900” (come nave Diciotti), infine le navi umanitarie delle Organizzazioni non governative, avevano ridotto il numero di naufragi e bypassato Lampedusa per sbarchi in porti più grandi della Sicilia e di altre regioni del sud Italia. Il recente “affondamento” della flotta di Ong, ed il ritiro delle operazioni SAR di Guardia Costiera e Guardia di Finanza al solo interno delle acque territoriali hanno lasciato tutto sulle spalle di Lampedusa, ed al contempo tutto in mano al monitoraggio aereo di Frontex che, dal canto suo, quando si accumulano target e presunti naufragi – come nel caso odierno – non può controllare tutte le imbarcazioni del Mediterraneo centrale malgrado la sofisticatissima strumentazione di bordo.
Nel centro di prima accoglienza dell’isola, dopo i trasferimenti di massa operati ieri, erano rimasti soltanto la donna camerunense evacuata dalla barca fantasma maltese ed il nucleo familiare tunisino approdato questa mattina dopo l’intercettazione in acque territoriali da parte della Guardia di Finanza. Adesso il centro di Contrada Imbriacola si trova a dover ospitare decine di migranti tunisini e la donna in gravidanza, e per il periodo di quarantena di 14 giorni che non sarà facile gestione. Inoltre i posti letto sono appena 96 e già adesso la struttura sarà prossima al limite della sua capienza massima, se questa notte i nuovi arrivati avranno avuto accesso all’ex hotspot di Lampedusa.