di Mauro Seminara
A Palma di Montechiaro è arrivata in autonomia una barca di legno di circa setto o otto metri con una cinquantina di migranti. Come anticipato in altro articolo, la notizia dei 400 migranti, lasciati da una nave madre che si era poi data alla fuga senza lasciare tracce, sembrava quantomeno poco attendibile. Infatti, la “nave madre” era solo un piccolo peschereccio come tanti arrivati nei giorni scorsi a Lampedusa. A bordo, inoltre, da quanto affermato dal sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento Alessandro Vella al giornalista di radio radicale Scandura, che ha da poco reso pubblica l’affermazione del pm con un tweet, c’erano circa 50 persone come già detto in apertura. Pare esserci un’altra barca però, dalla quale sarebbero sbarcati altri migranti. Anche in questo caso alcune decine. Per il secondo natante, che dopo lo sbarco si è allontanato, sono state avviate le ricerche in mare da parte di Guardia Costiera e Guardia di Finanza.
I migranti subito fermati a terra dalle forze dell’ordine sono arrivati in prossimità della rupe su cui si erge il castello di Palma di Montechiaro. A fermarli, e prenderli in custodia, la Guardia di Finanza, i Carabinieri e la Polizia, tutti accorsi sul posto dopo la segnalazione. Tutti i migranti sono invece giovani tunisini che hanno evitato l’approdo sulle Pelagie per tentare uno sbarco autonomo ed il darsi alla macchia direttamente sulle coste siciliane. Poche tracce invece del secondo sbarco, che pare aver seguito per rotta e metodo quello documentato. a differenza di un dettaglio: dopo aver fatto scendere i migranti imbarcati, il capitano della barca – o scafista – si sarebbe allontanato facendo perdere le proprie tracce. Il numero complessivo delle persone approdate in prossimità del comune in provincia di Agrigento non si allontana comunque dalle 140 unità. Totale dei migranti a bordo plausibile ed in linea con il numero medio di occupanti per barche di questo genere già arrivate a Lampedusa nei giorni scorsi.
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