di Vittorio Alessandro
Si fa presto a parlar della Cina, il nostro Grande Accusatore lo portiamo in tasca anche qui e ora. Un giorno, quando leggeremo le chat intercorse fra Matteo Salvini e Matteo Renzi (e magari anche con l’altro Matteo, quell’Orfini che, quando c’è da brigare, non manca mai), ne sapremo di più. Non di grandi disegni o di appelli ai valori eterni, ma delle miserie affioranti quando qualcuno, come nel caso Palamara, spubblica i corteggiamenti e gli emoticon fra gli appartenenti ai corpi separati (non lo è ormai anche la politica?). Allora appare in tutta la sua grandezza la vacua ambizione di personaggi osannati e riveriti.
Forse, rispetto all’altro Matteo eroe dei quiz televisivi, il merito di Salvini fu quello di voler chattare in pubblico, svelando piccolezza e arroganza in ogni ora del giorno. Un fenomeno interessante, come lo è del resto la veemenza ineffabile del senatore Giarrusso, la stessa del bisonte che si lancia in forzute rincorse senza sapere dove andrà a parare.
Chat e tweet o no, i corpi separati, benché circondati da un’aura di irraggiungibile grandezza, sono il regno della miseria.
Fosse un “teatrino”, come si dice, andrebbe tutto bene, visto che abbiamo pagato il biglietto e che, prima o poi, ogni spettacolo finisce. Invece no, questo dura a lungo e ci vanno di mezzo le persone (qualche sciocchino pensa siano soltanto i migranti) e, spesso, le regole di moralità e di educazione civica che abbiamo appreso a scuola.
Saranno state, insomma, le chat e gli accordi sommersi a parare Salvini dal processo, c’entra pure la quasi generale rimozione di ciò che accadde nell’agosto del 2019, quando 161 migranti (32 minori) e l’equipaggio di 19 persone di una nave spagnola furono lasciati in mare per 19 giorni dopo un soccorso.
Facile rimuovere, del resto, quando teniamo continuamente sotto gli occhi quella italiana su cui – ora, istituzionalmente – centinaia di migranti vengono segregati per settimane. Nave che potrà apparirci lontana e perfino irraggiungibile ma non è, e mai sarà, un corpo separato (ce la sentiamo dentro, e anche il suo equipaggio e gli operatori della Croce Rossa). I corpi separati sono altri, e a sanarli non basterebbe neanche la visita pastorale ordinata dal Papa per “metter pace” nella Comunità di Enzo Bianchi.