di Mauro Seminara
Anche la seconda barca, presumibilmente la stessa che chiedeva aiuto mediante Alarm Phone, potrebbe essere arrivata salva a Lampedusa. Alle 19:30 hanno fatto ingresso in porto la motovedetta SAR CP-311 della Guardia Costiera e la piccola e veloce motovedetta della Guardia di Finanza. A bordo della motovedetta d’altura della Guardia Costiera i migranti, sul bordo sinistro la piccola barca su cui navigavano. Un guscio in vetroresina malconcio, con una vistosa verniciatura “di camuffamento” che copre quasi tutto lo scafo in origine bianco. Due piccoli motori fuoribordo, uno diverso dall’altro. In queste condizioni hanno navigato 52 persone per compiere una traversata che dalla costa libica a Lampedusa conta circa 180 miglia nautiche. Oltre 300 chilometri di mare.
Tra le 52 persone migranti che si trovavano a bordo del poco rassicurante guscio in vetroresina, in prevalenza di etnia subsahariana, c’erano anche 11 donne. Ma la barca non ha compiuto il viaggio più breve. Fonti vicine alle persone, dopo che esse sono sbarcate, hanno raccolto dalle loro prime testimonianze il nome della città più vicina al tratto di costa libica da cui sono partiti: Zawia. La barca potrebbe essere una delle due ancora in mare e segnalata da Alarm Phone. Forse quella con presunti 48 migranti. Un’altra imbarcazione avrebbe a bordo altre 46 persone, ma ancora si sa poco. Con il secondo sbarco, il centro di prima accoglienza di Lampedusa ha adesso 138 persone da ospitare – giunti soltanto oggi sull’isola – a fronte dei soliti 96 posti di capienza massima in struttura.