La pandemia ha costretto molti Stati al lockdown, cioè a chiudere tutto imponendo alla popolazione di limitare ogni tipo di spostamento ed attività. A beneficiare di un evento del genere è stato il pianeta, che per un paio di mesi ha ricominciato a respirare. Un fenomeno che tutti, anche in Italia, alla ripresa delle attività avranno notato è stato la leggerezza dell’aria unita alla pulizia dell’ambiente. Per un paio di mesi è venuto meno l’uomo che inquina il proprio habitat, sono mancate le bottiglie di plastica in giro ovunque ed i rifiuti di ogni sorta che raggiungono fiumi e mari. Per molti, quello del lockdown, è stato un’opportunità da cogliere tenendo bene in mente il messaggio che la natura ci ha dato con la mutazione del nuovo coronavirus e la strage che esso ha compiuto in tutto il mondo. Una occasione da cogliere principalmente rivedendo il nostro stile di vita improntato ad un folle consumismo in assoluto dispregio dell’ambiente che viviamo e che muta per nostra causa, a volte anche in virus che non siamo in grado di affrontare con il dovuto tempismo.
Il 2 aprile, in piena emergenza sanitaria, è uscito un libro dal titolo “Perché? Ambiente. Oltre 100 quiz per salvare il pianeta”. L’autore, già noto anche ai lettori di Mediterraneo Cronaca, è Maurizio Maria Fossati, giornalista UNAMSI (Unione Medico Scientifica d’Informazione), scrittore e divulgatore scientifico. Fossati replica quindi dopo il successo di “Perché? Oltre 100 quiz per svelare le curiosità della scienza” entrando nel merito di quello che permane quale tallone d’Achille della società moderna e consumista. I quiz contenuti nel libro in formato tascabile del giornalista sono infatti dedicati all’ambiente ed alla sua salvaguardia. Il risultato, sicuramente efficace, è un piccolo e simpatico ‘manuale’ anti-fake news. Un facile ed avvincente percorso educativo adatto a tutti per vivere in un mondo migliore e più consapevole. La molla è sempre quella della curiosità: il quiz stimola la mente del lettore, e gli argomenti trattati lo affascinano. La domanda di ogni pagina è accattivante, precisa e chiara. Le possibili risposte elencate dall’autore sono tre. Ed è così che comincia il “gioco”. Ogni quiz ha la risposta giusta consultabile capovolgendo il libro ed è accompagnata dalla spiegazione scientifica, raccontata in modo semplice e chiaro.
La prefazione del libro è firmata da Laura Mancini, direttore del reparto Ecosistemi e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). La dottoressa Mancini, con la sua prefazione, permette al lettore di comprendere il valore del lavoro di Maurizio Maria Fossati, malgrado questo, per merito del suo semplice e geniale meccanismo, possa apparire come appunto un “gioco” o una “lettura da spiaggia” fine a se stessa. “L’uomo – spiega in prefazione Laura Mancini – può degradare gli ecosistemi con impatti generati su diverse scale spazio-temporali: cambiamenti climatici, deposizioni acide, uso del suolo (agricoltura, allevamento, attività forestali), industrie estrattive (miniere, cave, prelievo inerti in alveo), attività industriali, urbanizzazione, introduzione di specie alloctone.” Dietro l’educazione all’uso dell’ambiente del nuovo libro di Fossati quindi c’è ben altro che la semplice “buona abitudine”. Si parla di conseguenze, come i cambiamenti climatici, che possono causare danni irreparabili all’ecosistema mondiale e quindi al genere umano. Ed oggi, che è la giornata mondiale dedicata all’ambiente (WED, World Environment Day), abbiamo deciso di proporvi questa lettura adatta a tutta la famiglia ma necessaria per tutto il pianeta che viviamo.
Ne parliamo con l’autore, Maurizio Maria Fossati (In foto).
Come è nata l’idea di trattare un tema così grave, globale, con questa formula leggera ma efficace ed alla portata di tutti?
“L’idea nasce dall’esperienza di una vita e dalla mia professione: il giornalista e divulgatore scientifico. Se la domanda fosse stata: ‘quanto tempo ci hai messo a scrivere il tuo libro?, avrei risposto: una vita più cinque mesi. Perché ritengo che qualunque “opera d’ingegno” sia sempre il frutto della maturazione individuale della persona che, un bel giorno, capisce di essere “pronta” per creare un’opera, che sia un quadro, una scultura, uno scritto e altro.
La mia professione e i miei studi mi hanno fornito la mentalità e gli strumenti necessari per scrivere in modo semplice e diretto. Un buon giornalista, e ancor più, un buon divulgatore, è quella persona che si sforza di capire bene anche le cose più complesse, per poi raccontarle nel modo più chiaro possibile. Semplificare non significa banalizzare, ma permettere a tutti di capire. La chiarezza è fondamentale per comunicare nel modo che sia più utile a tutti. Guai pontificare e usare paroloni per il semplice sfoggio di cultura.
La decisione di occuparmi di ambiente ed ecosistemi nasce poi dalla presa di coscienza di quello che probabilmente è il problema più preoccupante e impellente del nostri giorni: il rischio di riscaldamento globale del Pianeta. La crisi climatica ha assunto dimensioni tali da prospettare scenari apocalittici entro pochi anni. Gli eventi estremi: siccità, alluvioni, tempeste improvvise e smottamenti sono solo le prime avvisaglie di enormi catastrofi in agguato. Abbiamo bisogno di imprimere un’accelerazione alla transizione verso fonti di energia e attività industriali più ecocompatibili. E bisogna farlo subito. Il riscaldamento globale in atto porterà a nuove carestie, violenze, conflitti, e alle migrazioni di massa per sfuggire alla fame e alla sete. Il problema non è solo ecologico, ma anche economico, sociale e di salute pubblica”.
Sappiamo che non ti limiti alla scrittura per dare il tuo contributo all’ambiente; dove ha origine questo tuo impegno per la tutela ambientale?
“Nella mia vita sono sempre stato guidato dalle mie passioni. E’ stato così per il giornalismo e la fotografia, altrettanto vale per il mare, la navigazione e l’immersione subacquea.
Così, recentemente mi sono anche immerso con le bombole per ripulire il fondale marino. Certo, non sono le immersioni più divertenti, ma fanno bene all’ambiente e allo spirito”.
Oggi è il World Environment Day, la giornata mondiale dedicata all’ambiente; cosa prevedi per il futuro vista la consapevolezza finalmente raggiunta sulla necessità di tutelare l’ecosistema di cui siamo forse gli ospiti più invasivi?
“E’ vero. Troppo spesso abbiamo dimenticato che non siamo i padroni del mondo, ma dovremmo esserne i custodi. La consapevolezza è stata raggiunta da molte persone, soprattutto tra i giovani, ma penso che ci sia ancora parecchia strada da fare. Serve una volontà politica più forte e decisa da parte dei Governi.
Certo, l’accordo di Parigi del 2015 è stato un passo decisivo. Ma poi Trump ha fatto marcia indietro. Certo, il 28 novembre 2019 il Parlamento europeo ha dichiarato l’emergenza climatico-ambientale, ribadendo la necessità di restare al di sotto di un grado e mezzo di riscaldamento globale. Ma tra il dire e il fare, lo sappiamo tutti… E, in questo caso, ci sono di mezzo addirittura gli oceani”.
Trovate il libro in libreria già dal 2 aprile 2020 oppure potete acquistarlo sul sito www.morellinieditore.it
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