Negli ultimi giorni il Mediterraneo è tremato per varie scosse di terremoto, diverse per località e magnitudo ma egualmente allarmanti per le rispettive popolazioni. La Turchia è stata colpita da due violente scosse nella provincia orientale di Bingol. La prima, di 5.9 gradi della scala Richter, ieri pomeriggio alle 16:24 ora italiana. La scossa ha causato tre feriti ma fortunatamente non ha ucciso nessuno. Danni alle infrastrutture ed anche alle case, povere in quella regione. Strade aperte in due ed altre crollate, edifici fatiscenti in parte sgretolati e frane diffuse sui pendii non protetti sono nell’insieme il bilancio del primo colpo subito a pochi chilometri dalla città di Erzurum.
La potente scossa di ieri pomeriggio ha avuto oggi una forte replica con un sisma di 5.2 gradi di magnitudo. L’epicentro è lo stesso ed anche la profondità è approssimativamente analoga con una risalita di energia tellurica che vede l’ipocentro a 20 chilometri per la prima potente scossa e 12 chilometri per la seconda. Poco distante dall’epicentro delle ultime due scosse che hanno fatto tremare la Turchia, nella stessa regione, il 5 giugno era stato rilevato un’altro terremoto di forte entità: 5.1 gradi di magnitudo. Questa scossa seguiva a breve distanza, appena due giorni, due potenti terremoti che hanno colpito l’area egea del Mediterraneo. Due violenti terremoti lo stesso giorno, il 3 giugno, con il primo di magnitudo pari a 5.2 gradi a sud del distretto greco di Fethiye, tra Creta e Cipro, in mare aperto, e l’altro quasi quattro ore dopo a qualche decina di chilometri sud di Creta con magnitudo 5.0. Anche l’Iran, quindi area del Medio Oriente come la Turchia, il 3 giugno aveva subito un terremoto di 5.0 gradi.
Il 12 giugno, venerdì appena trascorso, alle 09:13 del mattino l’isola pelagica italiana di Lampedusa, sita nel bel mezzo del Mediterraneo centrale ed a sud di una grande faglia, ha sentito ballare il proprio suolo per una scossa di terremoto pari a 3.2 gradi di magnitudo. Il sisma si è verificato in mare, a sudest di Lampedusa e d oltre 20 chilometri da essa. La percezione del terremoto non è stata quindi rilevata da tutti gli abitanti dell’isola e nessun danno è stata poi riscontrato. Anche si di altrettanta modesta intensità e con epicentro in mare come il precedente sisma, ieri sera, alle 21:39 (due giorni dopo la precedente scossa) un terremoto di 3.0 gradi ha fatto nuovamente tremare l’isola. Questa volta però l’epicentro non è stato localizzato a sudest di Lampedusa come ciclicamente accade – in quell’area si sono verificato svariati terremoti in passato – ma ad appena 12 chilometri dal centro abitato. Un punto insolito per Lampedusa, giusto 6 chilometri dalla punta di Capo Ponente, sul versante sudovest dell’isola. La scossa è stata percepita in modo distinto da buona parte della popolazione.
A differenza della scossa di 5.2 gradi che alle 08:51 di questa mattina ha nuovamente colpito la Turchia nella provincia di Bingol, con ipocentro superficiale, a 12 chilometri di profondità, quelle nei pressi di Lampedusa hanno origine a profondità ben maggiori con 65 chilometri la prima (12 giugno alle 09:13) e 37 chilometri quella di ieri sera alle 21:39. L’indicazione che emerge dai dati fin qui citati, risultato delle elaborazioni dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), lasciano intendere che energia tellurica originata da probabile sfregamento su una faglia sta emergendo scatenando sismi. L’epicentro a sudovest dell’isola però risulta una relativa anomalia rispetto alle coordinate delle scosse di sfogo tellurico che ciclicamente fanno tremare Lampedusa. In entrambi i casi però, fortunatamente, la maggiore delle Pelagie sembra non aver subito danni.