di Mauro Seminara
Quello che si temeva sembra adesso verificarsi con il bilancio complessivo dei tamponi, risultati positivi al Covid-19, effettuati ai migranti che erano stati trasferiti dalla nave Ong “Sea Watch 3” alla nave da quarantena “Moby Zazà”. La nave rischia adesso di trasformarsi in una vera e propria “nave lazzaretto” con al momento 28 persone affette da Covid-19. Il presidente della Regione Siciliana ne ha annunciato il dato rivendicando la valenza della faraonica nave noleggiata dal Governo nazionale ma fortemente voluta dal quello regionale. “Sono sulla nave in rada a Porto Empedocle, soluzione che con caparbietà abbiamo preteso il 12 aprile scorso – scrive il governatore della Sicilia su Facebook alle 10:02 di questa mattina – dal governo centrale per evitare che si sviluppassero focolai sul territorio dell’Isola, senza poterli circoscrivere e controllare“. Per il presidente Nello Musumeci quindi la circostanza sarebbe dimostrazione di efficacia della nave da quarantena che, al momento, è però solo una stazione di smistamento. Già due sono infatti i casi di persone migranti trasferiti dal momento dell’imbarco fino a ieri sera presso una struttura ospedaliera. Uno, come già pubblicato, risultato senza alcun dubbio positivo al virus Sars-CoV-2.
Musumeci ribadisce quindi la necessità della soluzione voluta a suo tempo con la nave da quarantena che oggi si trova ormeggiata in porto a Porto Empedocle con accertati 28 casi di persone migranti positive al Covid-19: “Oggi si capisce meglio quella nostra richiesta. E chi ha vaneggiato accusandoci quasi di razzismo, oggi si renderà conto che avevamo ragione. Nelle prossime ore andranno adottati provvedimenti sanitari importanti al principio della precauzione“. Manca, a questo punto, la validità della scelta della “nave da quarantena” come soluzione al caso nell’ottica della necessità di cure delle persone risultate positive al tampone. Queste necessitano di cure e si suppone non possano rimanere a bordo in caso di aggravarsi dei sintomi da Covid. Il trasferimento a bordo della Moby Zazà inoltre era avvenuto via terra, con la nave quarantena e la nave Ong ormeggiate a breve distanza l’una dall’altra. All’operazione hanno quindi partecipato forze dell’ordine, medici e autisti dei pullman. La nave da quarantena potrebbe quindi essere solo una stazione di smistamento, galleggiante e da un milione di euro al mese, che non risolve alcun rischio di contagio per la popolazione. Rimane anche da verificare l’origine dell’epidemia tra i migranti. Non risulta che tra i 67 soccorsi dalla mare Jonio ed isolati presso l’hotspot di Poazzallo ci siano casi positivi. Non è quindi da escludere che il “paziente zero” dei migranti non fosse un migrante.
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