di Vittorio Alessandro
Le prime misure di distanziamento furono adottate sulla Scala dei Turchi quando, il 27 febbraio scorso, la procura di Agrigento, per proteggerla e per proteggere gli incauti visitatori, ne dispose il sequestro. Succede così quando la pubblica amministrazione, resa impotente dalle incertezze, lascia che le cose vadano a sbattere contro qualche triste evento.
Uscire dalla patologia facendo il passo avanti significa elaborare un progetto di fruizione sostenibile della Scala dei Turchi con l’istituzione di un’area marina protetta, magari collegata al nome di Andrea Camilleri.
Tocca al sindaco di Realmonte fare il primo passo, possibilmente contornato dai primi cittadini dei comuni di Porto Empedocle e Agrigento, presentando al Ministero dell’Ambiente e alla Regione la proposta di un parco nazionale e letterario che abbracci, oltre alla Scala, il tratto di mare prospiciente e le spiagge più prossime secondo la tradizionale suddivisione in zone A, B e C per livello di protezione. Esisteranno studi biologici e geologici sull’area e, se non bastassero, si tratta di affrontarne di nuovi secondo i protocolli tecnici del Ministero.
Sarebbe un grave errore fermarsi alle recinzioni, alle visite misurate, alle biglietterie mentre a due passi spinge il clamore della balneazione. L’area marina protetta dev’essere una proposta di bacino legata alla promozione del paesaggio, delle storie umane e del turismo sostenibile, che passi per la qualità dell’offerta alberghiera e gastronomica del territorio circostante.
Legare il Parco Archeologico della Valle dei Templi al mare e ai nostri scrittori conosciuti in tutto il mondo (Pirandello, Camilleri della cui scomparsa ricorre fra qualche giorno l’anniversario) è una prospettiva entusiasmante non soltanto di identità dei nostri luoghi, ma anche di destagionalizzazione del turismo.
Sindaci, Parco Archeologico, associazioni, date un colpo.
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