di Mauro Seminara
La conseguenza di un Paese in crisi, sia la guerra in Libia o la crisi economica che stritola la Tunisia, quando le nazioni vicine non intervengono in soccorso delle fasce vulnerabili di popolazione, residente o migrante che sia, è la fuga con una pericolosa emigrazione irregolare. Il risultato della chiusura europea nei confronti dei cittadini della Tunisia, come per i profughi della Libia, è poi più impegnativo e dispendioso di qualunque altra forma di intervento in loco ed anche della più logica concessione dei visti per la ricerca di lavoro che uno Stato membro dell’Unione europea può concedere in modo da agevolare l’ingresso per una successiva ripartizione naturale in area Schengen basata sulle richieste del mercato europeo.
Lampedusa, isola italiana pelagica, più vicina alla Tunisia che alla regione Sicilia di cui è parte, è alle prese con l’esodo di cui vi abbiamo già parlato. Dalla mezzanotte all’appena trascorso mezzogiorno sono approdati sulla maggiore delle Pelagie cinque barchini di persone migranti provenienti dalla Tunisia. Il bilancio della giornata, assolutamente provvisorio, è adesso di 51 persone sbarcate sull’isola. Quattro dei cinque barchini è inoltre giunto sull’isola in completa autonomia ed i migranti che si trovavano a bordo sono stati fermati dalle forze dell’ordine quando già si trovavano a terra. Poco dopo mezzogiorno, in Via Tomasi, una via del centro di Lampedusa, traversa di Via Vittorio Emanuele, i carabinieri hanno fermato due giovani tunisini evidentemente sbarcati da poco sull’isola.
Foto: Barchino di approdo autonomo di cinque migranti
Il primo arrivo della giornata è stato un arrivo in notturna di 12 migranti tunisini che con il loro barchino sono approdati alla baia della Guitgia, la nota spiaggia nel porto dell’isola. Dopo questo sbarco autonomo, sull’isola sono arrivati altre 5 persone migranti di nazionalità tunisina (foto del barchino sopra). Questi hanno ormeggiato sulla banchina del lungomare Luigi Rizzo, a breve distanza da quel Molo Magazù in cui ormeggiano le motovedette SAR della Guardia Costiera ed alcune della Guardia di Finanza. Dopo questo secondo sbarco ne è stato registrato un terzo in prossimità di Cala Salina, nelle vicinanze del campo sportivo in quel del Porto Nuovo di Lampedusa. In questo terzo evento erano 11 i migranti a bordo, anch’essi tunisini (foto in basso).
Foto: Barchino di approdo autonomo vicino Cala Salina
Foto: Migranti sbarcati in autonomia a Lampedusa vicino Cala Salina
Sempre a Cala Salina, questa volta con approdo morbido sulla piccolissima spiaggia, sono poi arrivati altri 12 harragas che hanno compiuto come i precedenti connazionali tunisini la traversata in autonomia fino all’approdo sull’isola italiana. Quattro sbarchi autonomi prima di un intervento della Guardia Costiera all’imboccatura del porto di Lampedusa. Pochi minuti ed anche la quinta di cinque barche sarebbe stata fermata dalle forze dell’ordine con i migranti già a terra. La barca è stata affiancata e condotta in porto dalla motovedetta SAR CP-311 per uno sbarco in area militare al Molo Favarolo. Al termine del quinto sbarco erano già 51 le persone migranti, tutte tunisine, condotte al centro di prima accoglienza dell’isola nelle prime dodici ore della giornata odierna. A questi bisognerà aggiungere i due fermati dai carabinieri dopo mezzogiorno, una volta accertato a quale gruppo appartenevano oppure se facevano parte di un sesto sbarco temporaneamente “fantasma”.
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