Coronavirus Fase 3: Il trionfo dell’irresponsabilità e dell’ignoranza

I risultati delle drastiche misure adottate dal nostro Governo e dell’adesione responsabile da parte dei cittadini italiani sono certamente soddisfacenti. Il numero dei soggetti contagiati è diminuito e persino la gravità della malattia da Sars-Cov2 sembra ridotta, perché i malati ricoverati in ospedale e nei reparti di Terapia Intensiva sono pochi e perché vengono curati meglio. Tuttavia il coronavirus è ancora in circolazione, come è dimostrato dai vari focolai che vengono via via individuati nel nostro Paese, e non possiamo illuderci che il virus si sia indebolito, perché non c’è nessuna evidenza scientifica, né che soffra il caldo e neppure che non si verifichi una seconda ondata in autunno. Il coronavirus ha ucciso e continua a uccidere nel mondo e l’Italia non è isolata, chiusa in una palla di vetro: la gente viaggia, si sposta da un Paese all’altro.

di Franca Regina Parizzi

I risultati delle drastiche misure adottate dal nostro Governo e dell’adesione responsabile da parte dei cittadini italiani sono certamente soddisfacenti. Il numero dei soggetti contagiati è diminuito e persino la gravità della malattia da Sars-Cov2 sembra ridotta, perché i malati ricoverati in ospedale e nei reparti di Terapia Intensiva sono pochi e perché vengono curati meglio.

Tuttavia il coronavirus è ancora in circolazione, come è dimostrato dai vari focolai che vengono via via individuati nel nostro Paese, e non possiamo illuderci che il virus si sia indebolito, perché non c’è nessuna evidenza scientifica, né che soffra il caldo e neppure che non si verifichi una seconda ondata in autunno. Il coronavirus ha ucciso e continua a uccidere nel mondo e l’Italia non è isolata, chiusa in una palla di vetro: la gente viaggia, si sposta da un Paese all’altro.

Basta un solo individuo infetto per innescare una catena di contagi

A Dicembre, quando sono giunte le prime notizie dell’epidemia in Cina, eravamo poco preoccupati perché la Cina era lontana, ci sentivamo al sicuro, ma il virus già circolava nel nostro Paese, come è stato dimostrato dai test sierologici effettuati sul sangue dei donatori del Centro Trasfusionale del Policlinico di Milano e dall’impennata di polmoniti “anomale” segnalate dai medici lombardi già a Ottobre 2019, polmoniti difficili da risolvere, lente a guarire. Ma queste segnalazioni da parte dei medici alle ATS (Aziende per la Tutela della Salute, prima denominate ASL, Aziende Sanitarie Locali) sono state ignorate o sottovalutate e attualmente sono oggetto  di indagine da parte della Magistratura nell’ambito dell’inchiesta sulla mancata zona rossa in Val Seriana.

La fine dell’emergenza può essere solo un miraggio, una situazione temporanea e il verificarsi di una seconda ondata è certamente possibile. E’ sufficiente rendersi conto di quello che sta avvenendo in Cina e in altri Paesi, dove l’epidemia sembrava risolta. Ma è sufficiente anche prestare attenzione all’andamento dell’Rt (l’indice di trasmissione della malattia) in alcune nostre Regioni. L’Rt indica il numero medio di infezioni che possono essere causate da un individuo infetto e deve essere inferiore a 1. Ad esempio, se è 1,5 significa che 100 soggetti infetti sono in grado di infettare 150 persone. Attualmente l’Rt è maggiore di 1 in Lazio, Emilia Romagna e Veneto (dove in pochi giorni è passato da 0,43 a 1,12) e questo è dovuto alla comparsa di nuovi  focolai.

Individuare e tracciare i soggetti positivi è fondamentale e lo scopo dell’app Immuni è proprio quello di tracciare i contatti dei soggetti positivi. Purtroppo ad oggi solo poco più di 4 milioni di italiani hanno effettuato il download dell’app Immuni, troppo pochi perché il sistema di tracciamento sia efficace. Senza  affrontare in questa sede il problema del percorso successivo all’individuazione dei contatti di un soggetto positivo mediante l’app Immuni (in tutte le Regioni è possibile effettuare in tempi brevi il tampone naso-faringeo? L’isolamento fiduciario viene rispettato?), ritengo che utilizzare l’app Immuni sia un dovere civico, importante per il tracciamento dei contatti.   

Una persona risultata positiva al tampone deve rispettare la quarantena, l’isolamento fiduciario. Il mancato rispetto dell’isolamento configura il reato di epidemia colposa e comporta il rischio della custodia cautelare fino a 18 mesi e una sanzione fino a 5.000 euro.

Tracciare e isolare è dunque fondamentale, ma è una misura che serve dopo, quando il contagio è già avvenuto.  Ancora più importante è prevenire il contagio, agire prima e in modo adeguato per evitare il contagio e questo è possibile solo continuando a comportarsi come abbiamo fatto, cercando di proteggere noi stessi e gli altri. Utilizzando le mascherine, lavandoci e disinfettandoci le mani, evitando gli assembramenti e rispettando il distanziamento sociale.

Dal 3 Giugno vige l’obbligo delle mascherine e del distanziamento sociale di almeno 1 metro nei luoghi chiusi, e l’obbligo delle mascherine anche all’aperto ove non sia possibile rispettare tale distanziamento. E vige ancora il divieto di assembramento.

Ciò nonostante, esempi negativi vengono proprio da personaggi politici.

Matteo Salvini al Corteo in Via del Corso a Roma il 2 Giugno 2020 (Credits: La Stampa 3 Giugno 2020)
Antonio Pappalardo e la manifestazione dei Gilet arancioni in Piazza del Duomo a Milano (Credits: Il Fatto Quotidiano 30 Maggio 2020)

E’ evidente come questi comportamenti siano un pessimo esempio e inducano molti cittadini a non rispettare le misure di sicurezza che si sono dimostrate efficaci e che ci hanno permesso di tirare un respiro di sollievo e tornare a una vita praticamente normale.

Ma questo è anche il risultato di  rischiose affermazioni da parte di alcuni scienziati.

Dieci esperti hanno recentemente firmato un documento (“SARS-CoV2 in Italia oggi e Covid-19”), pubblicato sui loro account social, in cui sostengono che “evidenze cliniche non equivoche da tempo segnalano una marcata riduzione dei casi di Covid-19 con sintomatologia. Il ricorso all’ospedalizzazione per sintomi ascrivibili all’infezione da SARS-Cov-2 è un fenomeno ormai raro e relativo a pazienti asintomatici o pauci-sintomatici. Le evidenze virologiche, in totale parallelismo, hanno mostrato un costante incremento di casi con bassa o molto bassa carica virale”. I dieci firmatari del documento sono: Matteo Bassetti, Arnaldo Caruso, Massimo Clementi, Luciano Gattinoni, Donato Greco, Luca Lorini, Giorgio Palù, Giuseppe Remuzzi, Roberto Rigoli, Alberto Zangrillo. Professionisti qualificati, alcuni dei quali ho avuto modo di conoscere e apprezzare durante la mia attività di medico ospedaliero, tuttavia,  pur non intendendo contestare queste affermazioni, frutto di osservazioni cliniche, ma non di studi scientifici, non posso non pensare che questo risultato sia in larga parte stato raggiunto grazie alla prudenza e al senso di responsabilità che i cittadini hanno mostrato nell’aderire alle raccomandazioni del nostro Governo.

Abbiamo avuto modo in questi mesi di ascoltare sui media le opinioni di diversi scienziati, purtroppo spesso in contraddizione tra loro. Dibattito che avrebbe dovuto essere ristretto all’ambito scientifico e non dato in pasto al pubblico, creando confusione e disorientamento nella gente comune. Questo ha certamente contribuito molto nel determinare e autogiustificare comportamenti irresponsabili e pericolosi.

Alberto Zangrillo (a sinistra) e Andrea Crisanti (a destra) Carta Bianca (RAI3) 30 Giugno 2020. Due scienziati con opinioni contrastanti

Non dobbiamo dimenticare che il coronavirus circola ancora, così come non dobbiamo dimenticare i tantissimi morti di Covid-19 e le sofferenze vissute da coloro che sono guariti, ma che probabilmente avranno una compromissione permanente della loro salute.

In tutta Italia si stanno attivando negli ospedali ambulatori post-Covid per seguire i casi che hanno avuto un precedente ricovero. Gli esiti a distanza si vedranno, ma già è segnalata nel 30% dei guariti una fibrosi polmonare, cioè un irrigidimento, una perdita di elasticità del tessuto polmonare, con conseguente insufficienza respiratoria. Così come già ora sono numerose le segnalazioni di disturbi psichiatrici post-Covid: delirio, agitazione e confusione mentale.

Tutto questo, unito al rischio di una possibile seconda ondata epidemica in autunno (nessuno, proprio nessuno, è in grado di prevedere se ci sarà o meno) deve imporre il mantenimento di comportamenti prudenti e responsabili.

Proteggere se stessi e proteggere gli altri indossando correttamente le mascherine (devono coprire anche il naso!) è fondamentale: il coronavirus “viaggia” con le goccioline (i droplets) che fuoriescono dalla nostra bocca e dal naso respirando e parlando, non soltanto starnutendo o tossendo, e la mascherina protegge dalle goccioline. 

Con l’arrivo dell’estate molta gente è partita o partirà a breve per le vacanze. Anche le Regioni del Sud, che sono state in un certo senso “risparmiate” dal coronavirus, si trovano o si troveranno a rischio di contagio perché la gente si sposta, anche e soprattutto da quelle Regioni che sono state le più colpite. Ed è dimostrato che anche gli asintomatici sono contagiosi. Non si deve dimenticarlo. Ogni giorno, nella vita quotidiana, mi capita di osservare comportamenti irresponsabili da parte di persone che banalizzano il rischio di Covid-19, o peggio ancora che sostengono che la mascherina è dannosa per la respirazione e per la salute. Eppure i chirurghi l’hanno sempre indossata per ore intere in sala operatoria senza riportare alcun danno. Per non parlare dei negazionisti, che sostengono che il coronavirus sia tutta una montatura. Negli Stati Uniti questi personaggi organizzano i così detti “Covid party” allo scopo di dimostrare che non esiste nessun pericolo. Sono sempre più numerose le segnalazioni di persone giovani contagiate e morte di Covid-19 a seguito di questi assembramenti. Ma purtroppo non c’è limite all’ignoranza.   

Sotto: “La mascherina provoca il cancro, è un lento suicidio”. La pericolosa bufala diventata virale sul web (Credits: Il Riformista 21 Maggio 2020)

Informazioni su Franca Regina Parizzi 27 Articoli
Nata a Milano il 15.12.1947, ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia nel 1972 presso l’Università degli Studi di Milano con voti 110/110 e lode. Nel 1974 è stata assunta presso l’Ospedale San Gerardo di Monza, inizialmente come Assistente nel Reparto di Malattie Infettive e successivamente, dal 1980, nel Reparto di Pediatria, divenuto nel 1983 sede della Clinica Pediatrica dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, ove ha ricoperto successivamente (dal 1988) il ruolo di Aiuto Corresponsabile Ospedaliero, e, dal 2000, di Dirigente Medico con incarico di Alta Specializzazione. Ha conseguito la Specializzazione in Malattie Infettive e successivamente in Chemioterapia, entrambe presso l’Università degli Studi di Milano. Nel 1977 e 1978 è stata responsabile del Reparto di Pediatria presso l’Hôpital Général de Kamsar (République de Guinée – Afrique de l’Ouest) nell’ambito della Cooperazione Tecnica con i Paesi in via di sviluppo del Ministero degli Affari Esteri italiano. Autrice di numerose pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali e internazionali e relatrice in diversi convegni (nazionali e internazionali). Dal 2010 si è trasferita da Monza a Lampedusa, isola alla quale è profondamente legata, dove esercita tuttora la sua attività come pediatra.

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