Covid a Treviso

Ieri mattina il Corriere della Sera ha fatto poi luce sul caso, spiegando che si tratta di migranti da anni in Italia, molti dei quali lavorano, vanno a scuola, sono pienamente integrati, mentre gli sbarchi di questi giorni a Lampedusa non c’entrano nulla. Magari c’entrano invece quelli di tempo fa, quando Salvini o Maroni erano ministri.

di Vittorio Alessandro

Appresa la notizia di 133 migranti positivi presso la caserma “Serena” di Treviso, Salvini è esploso in un tweet (e come avrebbe potuto tacere o semplicemente dirsi dispiaciuto?): “Sostengo l’iniziativa annunciata dal sindaco Mario Conte, che chiederà i danni al Governo poiché i migranti sono stati trovati positivi all’interno della ex caserma”. Ieri mattina il Corriere della Sera ha fatto poi luce sul caso, spiegando che si tratta di migranti da anni in Italia, molti dei quali lavorano, vanno a scuola, sono pienamente integrati, mentre gli sbarchi di questi giorni a Lampedusa non c’entrano nulla. Magari c’entrano invece quelli di tempo fa, quando Salvini o Maroni erano ministri.

Verrebbe voglia di gridare: “Dimissioni!”, ma da cosa potrebbe dimettersi Salvini? Non dal ruolo di accusato. Non da quello di capo della Lega, di cui è il più illustre rappresentante dacché il fondatore e il Trota sono coperti dalle nebbie del tempo.

E anche l’ignoranza, quando te la scegli risolutamente per compagna di strada, non ti lascia andare via così facilmente.

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Ammiraglio in congedo, è stato a lungo responsabile della comunicazione della Guardia costiera e del reparto ambientale delle Capitanerie. Ha curato l’informazione istituzionale in occasione delle migrazioni via mare nel 2011 e del sinistro della Costa Concordia nel 2012; ha guidato la missione ambientale italiana Bahar in Libano nel 2006. Dal 2012 al 2017 ha presieduto il Parco Nazionale e l’Area marina protetta delle Cinque Terre. Nel 2014 ha pubblicato “Puntonave” (Mursia editore) e dal 2012 cura l’omonima pagina su Facebook.

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