di Mauro Seminara
La nuova nave quarantena ingaggiata dal Governo era stata annunciata a gran voce quando pochi giorni addietro doveva iniziare a svolgere il suo servizio per decongestionare Lampedusa. Annunciata dal Governo, dalla Presidenza della Regione, dal Comune di Lampedusa, dopo qualche ora di imbarco presso lo scalo alternativo di Cala Pisana la nave ha tirato su il ponte andando via con la metà dei passeggeri che da programma doveva imbarcare. La ragione ufficiosamente trapelata e rilanciata dagli organi di stampa riguardava il cambiamento delle condizioni meteo marine. Una versione narrata con stile che suggestiona una improvvisa tromba d’aria non prevista da nessun servizio meteorologico. In realtà i presenti hanno visto che quel colosso da 169 metri, ormeggiato in un riparo ad est dell’isola, di quel filo di maestrale neanche si era accorto.
Circola invece una versione differente che ufficialmente nessuno vuol confermare, e riguarda la sicurezza a bordo. Una tesi plausibile in virtù del primo degli annunci infondati dati in pasto alla stampa, che a bordo della nave con 700 migranti da isolare prima del trasferimento in un centro per il rimpatrio – in Tunisia – ci sarebbero state le forze dell’ordine. La realtà dei fatti pare essere ben diversa ed in linea con la condotta mantenuta dalla Croce Rossa già per la nave Rubattino e per la Moby Zazà. La Croce Rossa aveva infatti posto il veto sul servizio di assistenza a bordo insieme a addetti alla sicurezza armati. La nave GNV Azzurra, qualunque sia il motivo, a metà imbarco con i primi 350 migranti a bordo ha sospeso le operazioni lasciando quasi 800 persone ancora a Lampedusa. Sull’isola c’erano infatti circa 700 persone ancora nel centro di prima accoglienza – 350 dei quali dovevano salire sulla nave quarantena – e 90 presso i locali parrocchiali di Casa della Fraternità.
La GNV Azzurra si era spostata a sud di Lampedusa e li ha atteso un giorno in rada. Poi, alle 18:30 circa di mercoledì 5 agosto la Azzurra ha lasciato le acque territoriali italiane di Lampedusa dirigendosi verso il porto di Augusta. Un porto militarizzato, punto di ormeggio per navi della Marina Militare italiana ed anche per la NATO. Nel frattempo, il mezzo imbarco e la crociera verso il porto militare siracusano, sulla costa sudest della Sicilia, è scomparso dai radar. La notizia dell’interruzione della tanto decantata soluzione era chiusa con la versione del maestrale. A riaprirla adesso sono altro genere di informazioni, che a margine annunciano il ritorno della GNV Azzurra a Lampedusa dopo una sosta ai box di Augusta – senza entrare in porto – per rifornimenti che la nave quindi non aveva fatto a Porto Empedocle, ma che tengono il riflettore acceso sul 12 persone migranti che sarebbero risultate positive al Covid-19.
“Dodici positivi al Covid-19 e sei casi incerti. Sono arrivati gli esiti dei tamponi rinofaringei ai quali sono stati sottoposti i 350 migranti che erano ospiti dell’hotspot di Lampedusa (Ag) e che sono stati imbarcati sulla nave quarantena Gnv Azzurra.” Questo è quanto recita il lancio Ansa delle 10:50 di questa mattina e che molte testate hanno ripreso e pubblicato. “L’Azzurra è, intanto, in viaggio verso Lampedusa, dopo aver fatto rifornimento di carburante e viveri – spiega appunto l’agenzia nazionale Ansa – al porto di Augusta (Sr), dove dovrà imbarcare altri 350 ospiti della struttura d’accoglienza. L’arrivo é previsto per mezzogiorno.” La nave si trova infatti già sotto costa pelagica e per le 14:30 è previsto l’avvio della seconda tranche di imbarchi per un totale di altre 350 persone migranti con cui si chiude ai prospettati 700 ospiti in quarantena a bordo. Una cifra esplosiva sotto ogni punto di vista. Il primo inevitabilmente relativo all’ordine pubblico a bordo. Avere 700 persone di nazionalità tunisina, che hanno investito tutto quello che avevano per partire dalla Tunisia affamata e cercare lavoro in Europa, a cui viene destinato il rimpatrio dopo la quarantena non deve essere motivo di sonni sereni per equipaggio e personale a bordo.
A questo aspetto si aggiungono però i rischi, già adesso paventati con i 12 migranti positivi al Covid, che la nave si possa trasformare in un lazzaretto galleggiante con centinaia di contagiati. Una situazione che si era già verificata e che tutti ricordano, come nel caso della Diamond Princess, abbandonata al largo di Yokohama per circa un mese con oltre 700 contagiati e sulla quale sono morte anche 12 persone. Un contesto sconsigliato da tutti i più autorevoli esperti infettivologi, dal team di Medici Senza Frontiere al professor Massimo Galli che ieri sull’Huffington Post ha appunto dichiarato che “La nave-quarantena non funziona” e che a suo avviso “farà la fine della Diamond Princess“. In effetti i numeri tornano e sulla nave quarantena GNV Azzurra ci saranno questa sera un numero di persone migranti pressoché pari al numero delle persone contagiate a bordo della nave da crociera del Regno Unito che a febbraio non trovò un porto disposto a fare sbarcare le persone bisognose di cure che aveva a bordo.
Ma di nave lazzaretto ce ne sono state altre e la più recente, che avvalora la tesi nefasta degli infettivologi, è quella della nave della compagnia norvegese Hurtigruten, che si è recentemente scoperto avere avuto 41 positivi a bordo – crocieristi e non migranti in quarantena – e non averne messo a parte neanche l’equipaggio. Nodlys, un quotidiano nazionale della Norvegia, scoperto il caso della nave “Roald Amundsen”, della compagnia Hurtigruten, ha così titolato la sua apertura: “La faccia peggiore del capitalismo: l’interesse personale economico ha avuto la precedenza sull’interesse sociale“. Casi come quello della compagnia svedese si potrebbero verificare ovunque con la riapertura delle attività turistiche di ogni genere. In un momento così delicato dal punto di vista sanitario, il governo italiano ha deciso di confinare a bordo di un’unica nave, profumatamente pagata, 700 persone delle quali una dozzina pare siano già risultate positive ma non si sa dove sarebbero state contagiate.
Il paradosso in questa vicenda riguarda adesso Lampedusa, dove turisti provenienti dal primo e più allarmante focolaio italiano girano adesso tranquilli, senza mascherina e disconoscendo il concetto di “distanziamento sociale”, sull’isola in cui sparuti migranti che escono dal centro di prima accoglienza impauriti e muniti di mascherina a far compere per chi rimane dentro. Migranti tunisini che abbiamo incontrato chiedevano se a Lampedusa c’erano casi di Covid-19 con cui potevano contagiarsi. Lampedusani che abbiamo sentito credono che i migranti possano portare il virus a Lampedusa. Turisti del settentrione italiano girano tranquilli senza mascherina in affollati locali di Lampedusa. Il Governo mette 700 persone in quarantena su una nave da circa un milione di euro al mese sulla quale non ci sono forze dell’ordine ed a bordo della quale, in caso di epidemia senza assistenza medica idonea, potrebbe scoppiare una rivolta indomabile.