di Mauro Seminara
C’è una porta aperta ed il presidente della Regione Siciliana la sfonda con tanto di rincorsa. Si tratta della gestione del flusso migratorio irregolare che il Governo nazionale ha ampiamente dimostrato di non essere in grado di gestire. Gioco facile quindi per il governatore siciliano puntare il dito contro Roma, su Palazzo Chigi, la Farnesina, il Viminale ed anche sul capo del Dipartimento Libertà Civili ed Immigrazione del Ministero dell’Interno. Ma a parte l’evidenza di una inadeguatezza nazionale in termini di civiltà e capacità gestionali, cui il centrodestra di cui è parte il presidente Nello Musumeci, a Catania è andata in scena la supercazzola elettorale della coalizione con tanto di ringraziamenti al duo Salvini-Meloni. Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha infatti ammesso – tra un “tarapia tapioco” ed un “come fosse antani” degni del miglio Ugo Tognazzi nel celebre “Amici Miei” – che non potrà mettere i sigilli ad alcuna struttura con dentro migranti. La totale inutilità dell’azione del governatore, con ordinanza urgente e contingibile, post su Facebook, interviste e conferenza stampa, che ha impegnato nelle ultime 24 ore la stampa nazionale e quasi monopolizzato il dibattito politico, già evidente alla sola lettura della stessa ordinanza, è emersa con chiarezza questa mattina al Palazzo della Regione di Catania. Ma lo spettacolo tragicomico non è mancato di altri colpi di scena e contraddizioni in termini sciorinati da presedente e dall’assessore alla Sanità che sedeva al suo fianco.
A meno di un mese dalle elezioni, con il centrodestra impegnato nella corsa per la guida di altre regioni italiane, il presidente della Regione Siciliana esce fuori con uno sgambetto al già barcollante Governo Conte, i cui ministri Lamorgese e Di Maio sembrano brancolare nel buio per poche migliaia di migranti. Parla di un numero di arrivi “impressionante” il presidente Musumeci, ma il gioco delle parole sul tema delle migrazioni, che secondo il governatore della Sicilia “non fa più notizia”, rende allarmistico un dato che invece dovrebbe enfatizzare ancor più l’inadeguatezza del Governo nazionale con appena 17.264 persone sbarcate in Italia dal primo gennaio al 21 agosto 2020 (data dell’ultimo aggiornamento del Viminale). L’ordinanza di Nello Musumeci non ha alcun effetto ed alla mezzanotte, time out imposto dalle Regione Siciliana al Governo nazionale per lo sgombero di tutti i centri per migranti in Sicilia, il governatore dice di sperare di dormire. Uno sparo a salve quindi, che non ha alcun effetto. Tanto che il Viminale, né il presidente del Consiglio, ha inteso dover impugnare l’ordinanza. Lo stesso Musumeci infatti, come si evince dalla sintesi video sopra, afferma che la Regione non ha autorità sui centri di accoglienza per migranti se non per l’aspetto sanitario delle strutture. Nessun centro quindi, per stessa ammissione del governatore, potrà essere chiuso dalla Regione Siciliana se all’interno ci sono persone. E nessun presidente di Regione, pur minacciando vie legali e Tribunali amministrativi, potrà chiudere strutture fin quando queste non verranno sgomberate.
Il tranello elettorale è quindi servito. Musumeci firma un’ordinanza praticamente inutile, e senza preavviso concedendo appena 24 ore per sgomberare le strutture con migliaia di migranti che a questo punto verrebbero teoricamente imposti ad altre regioni, il Governo tira dritto per la sua limitata strada considerando l’ordinanza pari alla carta igienica ed il centrodestra – con Salvini che consiglia al Governo di fare ausilio dei suoi “decreti sicurezza” – addosserà sull’esecutivo di Giuseppe Conte la responsabilità del disastro umanitario cui la coalizione cui Musumeci fa capo intendeva porre rimedio. Populismo allo stato puro, ma dai commenti che scorrevano durante la diretta Facebook della conferenza stampa di Nello Musumeci da Catania pare che la popolazione non se ne sia affatto resa conto. Il presidente sembra infatti il paladino dei siciliani ed in generale degli oppressi, migranti inclusi. Lo stesso presidente di regione che però ha vantato, nel corso della stessa conferenza stampa, il merito di aver costretto il Governo nazionale ad impiegare le cosiddette “navi quarantena”. Lo stesso Nello Musumeci che concedendo la parola al suo assessore alla Sanità ha permesso di ricordare che gli assembramenti di persone costrette in ambiente limitati, e la promiscuità tra Covid negativi da isolare preventivamente e Covid positivi, produce ulteriori contagi.
Musumeci dunque si erge a paladino dei migranti, asserendo di non far distinzione su colore della pelle e nazionalità ma di considerarli quali esseri umani cui viene imposto indegno trattamento. Aspetto di fatto più che veritiero, considerando le punte di quasi 1.500 persone rinchiuse in quel centro di prima accoglienza di Lampedusa tarato per ospitarne al massimo 196. Purtroppo c’è anche da considerare cosa il presidente della Regione Siciliana non ha fatto da quando è stato eletto. Da fine 2017, quando è stato eletto governatore della Sicilia, alla conferenza stampa di questa mattina, al presidente della Regione pare essere sfuggito che la condizione dei migranti in molti centri era già degradante. Lampedusa, all’affidamento dell’ultimo appalto all’attuale ente gestore aveva perfino problemi con l’acqua e non sgorgava acqua calda dai rubinetti; la struttura era da parecchio tempo limitata a 96 posti e non c’erano aree per l’isolamento di migranti affetti da scabbia né da qualunque altra patologia. Il Centro di Identificazione ed Espulsione di Pian del Lago, in provincia di Caltanissetta, è stato mantenuto operativo per oltre un anno da quando ne era stata disposta la chiusura per ristrutturazione obbligata. La tensostruttura spacciata per “Hub” di smistamento sulla banchina del porto di Porto Empedocle è ormai un’opera fatiscente ed inadeguata ad ospitare anche solo per una notte più di poche decine di persone, priva com’é di una decente areazione o di una climatizzazione, ma ha avuto anche oltre cento migranti costretti al suo interno ed è stata teatro di tafferugli con le forze dell’ordine proprio per le condizioni inumane in cui si pretendeva che gli “ospiti” vi si fermassero.
La diatriba tra Regione Siciliana e Governo nazionale, forse più siparietto elettorale che altro, si basa sulle friabili basi di colpe e responsabilità adesso scagliate come una scure in un momento non casuale. In mezzo, come sempre, ci sono persone, migranti, usate come carne da macello per tornaconto elettorale. Se dall’attacco di Nello Musumeci dovesse arrivare una vera e propria guerra giudiziaria ne verrebbero coinvolti sia il Governo nazionale, per insindacabili responsabilità, che quello regionale. Lampedusa è un potenziale campo di battaglia con il suo poliambulatorio in cui vengono eseguiti i test sui tamponi senza ambienti sicuri ed isolati, con la Mehari (autovettura) noleggiata dal presidente dell’ente gestore del centro di prima accoglienza utilizzata per il trasferimento dei migranti positivi al Covid-19 sulle navi quarantena – fortemente volute dal governatore regionale e da alcuni sindaci dell’isola che adesso fanno di tutto perché queste non attracchino nei loro porti – perché l’isola dispone di una sola ambulanza (competenza sanitaria della Regione Siciliana). Chi non ha peccato scagli la prima pietra.