E alla fine a Siculiana ci scappò il morto, un giovane eritreo di 20 anni – VIDEO

di Mauro Seminara

Si tratta del secondo migrante morto quest’anno mentre si trovava sotto affidamento amministrativo del Governo italiano quello che questa notte è stato travolto da un auto durante i tafferugli con le forze dell’ordine a Villa Sikania. Scene concitate, agenti che tentano di sedare la rivolta e migranti che reagiscono, mezzi delle forze dell’ordine in strada, poi un’auto che non rallenta in vista di una strada che si restringe per i mezzi della Polizia che la ingombrano e che non vede decine di persone in mezzo alla carreggiata. L’impatto è violento, come mostra il video pubblicato da “Comunicalo.it“. Un ragazzo, uno dei migranti è deceduto. Tre agenti sono feriti. Siculiana è adesso ancor più esasperata e pretende che quella struttura venga chiusa per sempre. Villa Sikania, ex struttura recettiva da anni impiegata come centro per migranti che sorge a pochi metri da una strada ad alta – e veloce – percorrenza era una tragedia annunciata. I migranti non sono caduti dai tetti durante le proteste, ma la gestione di un edificio inadeguato in cui trattenere persone era comunque una forzatura con molte criticità e ieri sera il fatidico risultato è giunto.

Si tratta di un ragazzo di venti anni, eritreo, che si trovava in quella struttura da oltre un mese. Un richiedente asilo chiuso in un mini carcere sorvegliato dall’esterno che non voleva più stare rinchiuso, come gli altri migranti presenti in struttura e che ieri hanno dato il via ad una protesta che li ha visti salire sul tetto di Villa Sikania

. L’auto che lo ha travolto, un SUV guidato da chi pare non si sia posto il problema di rallentare prima e neanche dopo l’impatto, aveva anche tentato la fuga ma è stato rintracciato ed il conducente è stato arrestato. I tre agenti però sono in ospedale ed il giovane profugo eritreo è morto. Il secondo quest’anno, deceduto per il tentativo di rifiutare la reclusione sotto responsabilità del Governo italiano. Il primo episodio, purtroppo, si era verificato nella stessa provincia di Agrigento. Questa volta però in mare, davanti Porto Empedocle. Un ragazzo si era gettato dal ponte della “nave quarantena” Moby Zazà con il mare agitato e l’impatto dai 15 metri di altezza da cui saltava e le onde del mare non gli hanno lasciato scampo.

Il video esclusivo di Comunicalo.it con il momento dell’impatto che ha ucciso il giovane eritreo e ferito tre agenti delle forze dell’ordine

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Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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