di Mauro Seminara
Ieri a Lampedusa ci sono stati nove sbarchi di migranti. Tutti con barche giunte in autonomia fino alla costa, tra il porto dell’isola e l’Isola dei Conigli. Tutte barche con poche persone a bordo, tra gli otto ed i diciannove migranti. La sequenza ha visto l’ormai rodato metodo del non soccorso dopo l’avvistamento da parte dei velivoli da ricognizione che sotto la bandiera dell’agenzia europea per il controllo delle frontiere (Frontex) rastrellano il Mediterraneo centrale mattina, pomeriggio e sera. Le barche arrivano quindi fino sotto costa se non addirittura in porto sbarcando in autonomia per poi attendere l’arrivo delle forze dell’ordine, l’ambulanza con l’equipe medica per il triage sanitario e il pulmino dell’ente gestore che li conduce al centro di prima accoglienza. Se non fosse per le procedure sanitarie, si potrebbe pensare anche ai mezzi pubblici con cui far raggiungere in autonomia anche il centro di prima accoglienza.
La sequenza di arrivi e di sbarchi autonomi ha toccato l’isola per l’intera giornata. A sera però la prassi del non soccorso ha subito gli effetti di un imprevisto. Una perturbazione improvvisa, non anticipata da previsioni meteo, ha colpito il Mediterraneo centrale investendo anche Lampedusa con forte vento, raffiche tese di una certa entità, lampi e tuoni. Il mare si è quindi rapidamente agitato e la conosciuta presenza di altre barche con migranti in mare ha determinato la rapida uscita di motovedette ed elicottero. L’intervento in corso di ciclone ha salvato due piccole barche con 13 persone su ciascuna. In mare però ne era rimasta una terza, e pare fosse pure alla deriva. Sulle coordinate trasmesse dal velivolo alzatosi in volo di gran premura si è diretta una unità SAR d’altura della Guardia Costiera, che però non è riuscita a trovare l’imbarcazione segnalata oltre le dodici miglia. Al di fuori delle acque territoriali italiane. La piccola barca in grave pericolo è stata rintracciata da nave “Diciotti” della Guardia Costiera, che da giorni si trova nelle immediate vicinanze di Lampedusa.
La Diciotti, che dai tempi dei “porti chiusi” non vedeva missioni SAR nel Mediterraneo centrale, ha salvato la vita a 17 persone che hanno avuto la fortuna di una nave della Guardia Costiera capace di rintracciarli, proteggerli dal mare con la sua grossa stazza e prenderli a bordo senza far correre loro alcun pericolo. Chiusa la prima parte dell’evento SAR con il trasbordo sulla nave sicura, a circa dieci miglia sud di Lampedusa, la Diciotti si è diretta verso l’isola pelagica mentre la motovedetta SAR classe 300, con passo più lesto, rientrava in porto. Giunta appena dopo i fari di porto, alla motovedetta è arrivato un contrordine ed invece di ormeggiare come sembrava intenzionata a fare ha girato nuovamente la prua al mare ed ha raggiunto la Diciotti. Le due unità della Guardia Costiera si sono affiancate al riparo ad est dell’isola, vicino il faro di Capo Grecale, e li è stato effettuato un trasbordo da nave a motovedetta per lo sbarco a Lampedusa. Al rientro in porto della motovedetta il mare si era già calmato ed il vento aveva smesso di soffiare. La prontezza della Guardia Costiera, e la presenza in area della nave Diciotti, hanno salvato la vita di 43 persone questa notte.