di Mauro Seminara
Il sistema di trasferimento a mezzo nave quarantena, sulle quali i migranti rimangono in isolamento 14 giorni prima di sbarcare, sembra tenere male il ritmo degli arrivi a Lampedusa. Malgrado questi non siano da flusso allarmante di sbarchi. Giovedì 10 settembre, allo scalo alternativo pelagico di Cala Pisana, la nave Aurelia di GNV ha imbarcato 135 persone che si trovavano al centro di prima accoglienza dell’isola. Il giorno successivo, venerdì 11 settembre 2020, lo stesso scalo ha visto attraccare la nave Azzurra, sempre della compagnia Grandi Navi Veloci, sulla quale sono saliti altri 206 migranti accompagnati dal centro di prima accoglienza fino al ponte della nave dai pulmini dell’ente gestore. In 48 ore sono quindi partite dall’isola 241 persone migranti per esperire il proprio periodo di quarantena a bordo delle navi noleggiate a suon di milioni di euro dal Governo. I trasferimenti hanno anche il dovere, assicurato dal presidente del Consiglio in persona ma alla presenza del ministro degli Interni, di tenere vuoto il centro di prima accoglienza di Lampedusa fino al completamento dei lavori di ristrutturazione. Questo è stato assicurato al governatore della Sicilia ed al sindaco di Lampedusa nel corso di una riunione che si è tenuta a Palazzo Chigi appena dopo che la task force voluta dal governo regionale siciliano aveva relazione su un centro per migranti inadeguato anche solo per i duecento posti scarsi di cui dispone.
Il centro di prima accoglienza di Lampedusa non è mai stato sgomberato completamente, come è stato lasciato intendere a mezzo media. Al suo interno erano rimasti trenta ragazzi, minori senza un familiare al seguito, per i quali un sistema di accoglienza nazionale allo sfascio forse non riesce a trovare collocazione assistita. A questi si sono aggiunti altri venticinque migranti circa, rimasti al centro di prima accoglienza di contrada Imbriacola dopo gli imbarchi sulle due navi quarantena giovedì e venerdì. Questa mattina, all’alba, quando una motovedetta della Guardia Costiera aveva da poco finito di trasbordare i 67 migranti che la nave ONG “Open Arms” aveva assistito fino al confine con le acque territoriali italiane, nel centro per migranti di Lampedusa c’erano 56 persone. Il dato però non è cambiato solo allo sbarco, all’alba dei 67 migranti partiti dalla Libia e vestiti con i giubbotti di salvataggio di Open Arms in assenza di soccorsi. Nel pomeriggio altre due barche hanno raggiunto Lampedusa seguendo la solita prassi dell’intervento delle motovedette in acque territoriali. La prima con 21 persone a bordo e la seconda con altre 47. Entrambe provenienti dalla Tunisia e con tunisini a bordo. Al termine del secondo sbarco pomeridiano il centro di prima accoglienza di Lampedusa aveva 191 ospiti al suo interno. Uno più uno meno, lo stesso numero della sua ultima capienza nominale, prima della decisione di utilizzarlo solo come luogo per le identificazioni ed i tamponi in attesa dell’imbarco sulle navi quarantena.
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