di Mauro Seminara
Gli sbarchi di migranti non si erano fermati nel corso della giornata di ieri a Lampedusa. Dopo i due eventi del pomeriggio un altro barchino è arrivato intorno alle 19 e poi ancora uno prima di mezzanotte. Se ne attendeva ancora uno che però tardava a raggiungere l’isola. Quando la barca si è approssimata sotto costa, la motovedetta della Guardia Costiera è uscita dal porto per cercare i migranti nella direzione indicata, ma la ricerca non ha dato frutti. All’una di notte ormai passata, l’operazione ha cambiato natura e da ricerca di un barchino con una decina di persone a bordo è passata a ricerca di persone in mare. Si temeva un naufragio. Una dopo l’altra, dal porto di Lampedusa sono uscite tutte le motovedette, ed in qualche modo ha partecipato alle ricerche perfino la nave quarantena GNV Azzurra che sostava davanti il porto con i 206 migranti a bordo.
Le luci della nave schiarivano l’area circostante ed i potenti fari delle unità SAR della Guardia Costiera scandagliavano mare e costa. La Azzurra si è spostata verso ovest seguendo il pattern di ricerca delle motovedette. Ricerca andata avanti per ore, ma della barca nessuna traccia. Malgrado la volontà e l’esperienza, la barca non poteva essere rintracciata dalla Guardia Costiera perché era affondata. Il timore di un naufragio si era però già appalesato. Le unità SAR hanno passato al setaccio buona parte della costa sud di Lampedusa, dal porto fino all’Isola dei Conigli e dalla costa fino a circa un miglio. A terra intanto cercavano i Carabinieri, nella speranza di trovare tracce dei migranti scomparsi. Intorno alle tre di notte il faro di una delle motovedette che aveva iniziato a fare una dettagliata scansione della costa ha incrociato delle persone appena sopra la scogliera nei pressi di Cala Greca.
Le persone illuminate dalla motovedetta non erano raggiungibili dal mare ed anche i carabinieri avevano difficoltà via terra, tanto da dover scendere a piedi fino ad un metro dal mare. Tutti bagnati, si sono presentati ai militari dieci migranti tunisini, uno dei quali a terra. Forse quello con minor esperienza di nuoto, che per un po’ non era riuscito a rimettersi in piedi. Con l’aiuto e guida dei carabinieri, e con il potente fascio di luce proiettato dalla motovedetta della Guardia Costiera che li aveva trovati ad illuminare il cammino, i naufraghi hanno raggiunto la strada. Sul posto l’ambulanza dell’Azienda Sanitaria Provinciale ed il dispositivo immigrazione della Polizia. Sani e salvi, i dieci migranti che dichiaravano di essere partiti da Sfax sono stati presi a bordo dal pulmino dell’ente gestore per il trasferimento al centro di accoglienza. Anche l’uomo che era a terra è riuscito a rimettersi, anche se all’inizio della camminata è stato aiutato dalla spalla di un amico. Alle loro spalle invece il barchino che è affondato poco prima di approdare, con il mare liscio come l’olio ed il traguardo a pochi metri.