di Beatrice Parizzi
Psicologa e psicoterapeuta
Diversi studi degli ultimi mesi hanno evidenziato come, per via della pandemia, del lockdown e di tutte le conseguenze da essi derivati (come perdita del lavoro, solitudine, isolamento, privazione della libertà personale a cui tutti eravamo abituati) sono aumentati in maniera esponenziale problematiche di ansia, depressione, insonnia, infelicità, stress, problemi relazionali e di adattamento.
Ora più che mai quindi farsi accompagnare in questi momenti di difficoltà da un professionista come uno psicologo o uno psicoterapeuta, è essenziale. Purtroppo però esistono ancora molti pregiudizi su questa professione e su chi decide di iniziare un percorso. Ecco 10 pregiudizi, e relative spiegazioni e chiarimenti, sul lavoro dello psicologo.
LO PSICOLOGO E’ PER I MATTI
Questo è uno dei pregiudizi più diffusi… e anche più sbagliati. Molto spesso le persone si vergognano di dire che vanno da uno psicologo per paura di “essere considerati dei pazzi” o delle persone con dei “problemi mentali”. Fra le persone che si rivolgono ad uno psicologo ci sono: coloro che stanno bene ma vogliono stare meglio e desiderano compiere un viaggio conoscitivo dentro loro stessi; coloro che stanno vivendo un periodo difficile (al lavoro, in famiglia, nelle relazioni) e vogliono uscirne per raggiungere di nuovo la serenità; coloro che soffrono di disturbi psichici e hanno bisogno di un percorso con un professionista qualificato per trovare un nuovo equilibrio. Da uno psicologi quindi va “non chi ha dei problemi, ma chi ha scelto di risolverli”. Perché la psicoterapia porta a questo: alla comprensione e “risoluzione” di problemi attraverso un bellissimo e profondo viaggio di conoscenza di se stessi, alla scoperta di risorse e capacità di cui non si era a conoscenza; attraverso l’aiuto di una persona competente, che ha studiato, che si è a sua volta conosciuta (ritengo fondamentale il percorso di analisi personale dello psicoterapeuta) e che accompagna nel percorso verso una nuova consapevolezza, intimità e autonomia.
LO PSICOLOGO E’ PER I DEBOLI (e io voglio farcela da solo)
Nella cultura di oggi, del “sono forte io, faccio tutto da solo” ammettere di aver bisogno di aiuto è una sconfitta. In realtà, è proprio riconoscere di non poter fare tutto da soli la più grande dimostrazione di forza. Accettare, infatti, di aver bisogno di aiuto non significa essere deboli, ma significa semplicemente riconoscere i propri limiti personali e assumersi la responsabilità del proprio benessere.
LO PSICOLOGO POTREBBE MANIPOLARE LA MIA MENTE
Qui viene in aiuto il nostro codice deontologico: “lo psicologo rispetta l’autonomia e le credenze dei suoi pazienti, si astenie dall’imporre il suo sistema di valori e non usa in modo inappropriato la sua influenza…”. Lo psicologo è un professionista iscritto all’Ordine, con un codice deontologico da seguire, con una propria sensibilità e con un enorme rispetto nei confronti delle persone che si rivolgono a lui. Non impone il suo pensiero, le sue idee o credenze anzi; aiuta la persona a diventare più consapevole di ciò che pensa, sente e crede così da fare scelte in piena autonomia e consapevolezza.
IO SONO FATTO COSI’ (cambiare è impossibile)
Spesso le persone pensano di essere nate (o cresciute) con un determinato carattere e di non avere altre alternative di comportamento. In realtà, nella maggior parte dei casi, noi abbiamo la responsabilità di come ci comportiamo e il potere di regolare le nostre azioni. La frase “io sono come sono e non posso cambiare” nasconde spesso una paura… quella del cambiamento, dello scoprire nuove possibilità, del lasciar andare ciò che non fa più bene. Il nuovo fa paura e spaventa perché non lo si conosce e, per questo, spesso si preferisce rimanere in una situazione che genera malessere ma, che si conosce, perché è rassicurante. Andare da uno psicologo permette di accettare queste paure, di capire la loro origine e di trovare nuovi strumenti per poter attuare il cambiamento che tanto spaventa. Permette di assumersi la responsabilità delle propria vita e anche della propria felicità.
NESSUNO PUO’ CAPIRE IL MIO DOLORE
Molte persone non credono di poter essere comprese nelle loro difficoltà emotive perché “nessuno le ha vissute”. Già solo questo convincimento è ciò che in parte sostiene il malessere. Questo pregiudizio è ciò che spesso fa dire “come potrà capirmi qualcuno che non ha vissuto il mio stesso problema”. Uno psicologo, attraverso l’esperienza maturata nel tempo, la formazione continua e soprattutto l’empatia cercherà di comprendere il più possibile l’esperienza vissuta dal paziente, così da creare una solida alleanza terapeutica e il raggiungimento di un obiettivo comune.
E’ IMPOSSIBILE RISOLVERE PROBLEMI CONCRETI SOLO PARLANDO
“Contano i fatti, non le parole” è uno dei modi di dire più diffusi nella nostra società e può rimandare all’idea che per risolvere i problemi bisogna agire e non parlare. Perché non è vero tutto questo? Perché il linguaggio non serve solo per descrivere la realtà, ma è il mezzo attraverso cui essa viene costruita. Parlare ci aiuta a cambiare il modo con cui attribuiamo un significato al mondo, modificando di conseguenza i nostri atteggiamenti e comportamenti. “I viaggi che portano alla scoperte maggiori non sono quelli in cui si vedono mondi nuovi, ma quelli in cui rivediamo mondi conosciuti con occhi diversi” (Marcel Proust).
LA PSICOTERAPIA DURA TROPPO
Questo non è sempre vero, perché esistono diverse tipologie di percorsi: consulenze psicologiche che possono durare anche solo qualche colloquio; percorsi brevi, di pochi mesi; e percorsi lunghi, che possono durare diversi anni. Questo dipende dal motivo della consultazione, dall’approccio del terapeuta e da quanto stabilito con il professionista nelle prime sedute.
LO PSICOLOGO COSTA TROPPO
Molte persone pensano che andare dallo psicologo sia troppo costoso. Vi sono anche qui differenze di prezzi e situazioni. Si può andare dallo psicologo tramite il Servizio Sanitario Nazionale, in strutture private accreditate, oppure negli studi privati dove vi possono essere tariffe più o meno costose.
PERCHE’ RIVOLGERSI AD UNO PSICOLOGO QUANDO POSSO PARLARE CON UN AMICO?
L’uomo è un essere sociale e in quanto tale ha bisogno di relazioni e di amicizie. Potersi confidare con un amico è fondamentale per il nostro benessere, così come potersi divertire insieme a lui. Ma parlare con uno psicologo è completamente differente, perché diversa è la natura dei due rapporti: lo psicologo non è coinvolto in dinamiche affettive con il paziente, è quindi più obiettivo ed è possibile parlare con lui di tutto senza la paura di ferire, di cambiare la natura del rapporto e l’affetto. Quindi si crea quello spazio di esplorazione, conoscenza e di cambiamento; lo psicologo ha delle competenze e degli strumenti utili ad affrontare le difficoltà che si possono creare, cose di cui difficilmente un amico dispone.
AH, SEI PSICOLOGO…?
“Allora devo stare attento a quello che dico o mi analizzi!” “stanotte ho sognato questo, cosa vuol dire?”. Non credo esista psicologo al mondo a cui non siano mai capitate queste domande. In realtà, lo psicologo non possiede poteri paranormali per cui basta uno sguardo per capire le persone e non esiste un linguaggio universale dei sogni; il loro significato dipende dalle esperienze di vita delle persone. Lo psicologo quindi non legge nella mente degli altri: è un professionista che sa qual è il luogo e il tempo della terapia, che per poter capire l’altro e per conoscerlo ha bisogno della disponibilità dell’altro a parlare di sé. Pensare che lo psicologo stia tutto il giorno ad analizzare l’altro è una delle false credenze più diffuse rispetto a questa professione: anche noi, come tutti, una volta conclusa la giornata lavorativa, vogliamo pensare ad altro.
Spero che questo articolo abbia aiutato a fare chiarezza sulla figura dello psicologo e sull’importanza e serietà del lavoro.